Domani, 8 luglio, Edoardo Varini ospite di “Primo mattino”, in onda tra le 6 e le 7 su Radio Monte Carlo
di Edoardo Varini
Si possono dire molte cose sulla crisi Greca. Invece se ne dicono solitamente poche. Le stesse. Ripetute da molti. Cose che fanno comodo ai creditori, cui noi italiani ridicolmente ci vantiamo di appartenere. Ridicolmente perché non è così e se anche fosse non ci sarebbe nulla di cui vantarsi.
Domani dirò la mia sull’indecenza di sottrarre a un popolo la sua dignità in nome di sua maestà il denaro, dirò che questa crisi è stata voluta. Che una valuta forte può essere sostenuta da un’economia forte non è mai stato un segreto. Altrimenti crea debito. Il debito crea subordinazione. Perdita di diritti.
Siamo arrivati al punto che nemmeno il pianto di un anziano o la malnutrizione dei bambini ci toccano più: «Perché in fondo i greci se lo sono meritati». Bene: chi la pensa così inizi a vergognarsi adesso. Se riesce. Perché anche conoscere l’adesso e la vergogna sono prerogative di uomini vivi. Ed io non riconosco a tutti i parlanti questi due attributi.
Tsipras non ha saputo decidere. L’ha lasciato fare al suo popolo. La decisione è stata di non negoziare. Andrà a negoziare. Fatene pure un eroe. Per me è un parolaio nemmeno troppo ardimentoso. Voglio essere buono.