Report su Monte dei Paschi

alt

di Stefano Masa

Premessa

Numero di azioni emesse:                                                      5.116.513.875

Chiusura di venerdì 24 ottobre (prima dell’annuncio Bce):          1,00 €

Esito stress test Bce:                                                              shortfall pari a 2,1 miliardi

Termine per la presentazione del piano a Bce:                          10 novembre

Monti Bond:    circa 4 miliardi di cui 3 rimborsati.

Per il miliardo rimasto in pancia alla banca: secondo l’ipotesi di rimborso entro il 2016 (ovvero triennio preso in esame da Bce) la somma contribuirebbe a 760 milioni di shortfall con ovvia valutazione di mantenerlo in essere oppure convertendolo in azioni. Al completamento di queste possibili ipotesi, il deficit patrimoniale sarebbe ridotto a 1,35 miliardi.

Possibili alternative (in mano agli advisor Ubs e Citigroup):


a)      Cessione di asset (v. Consum.it e performing loans per 1,2 mld)

b)      Emissione ibrida tipo additional Tier1 (per importo massimo pari a 830 mln)

c)      Vendita di alcune filiali

d)      Aumento di capitale (ipotesi lontana perché a partire dal 2008 sarebbe il quarto)

 alt

Considerazioni di tipo operativo

Alla chiusura di venerdì 24 ottobre il titolo capitalizzava 5.116.513.875 € (ovvero numero di azioni moltiplicato per prezzo). Gli stress test hanno evidenziato uno shortfall pari a 2,1 miliardi ovvero il 41% della capitalizzazione di borsa. Conseguentemente il “prezzo teorico” del titolo sarebbe 0,59 €: quest’ultimo dato è stato – praticamente – registrato attraverso il minimo intraday a 0,6005.

Alle attuali quotazioni il titolo rappresenta una sorta di “Nav rettificato” perché corretto in base alla risultanze Bce. Eventuali ulteriori discese saranno giustificate solo da speculazione sul titolo e non da contenuti di tipo fondamentale.

Considerazioni di tipo sostanziale

Prendendo in considerazione la descrizione sintetica del titolo presente sul sito della Borsa Italiana («La principale attività del Gruppo è il commercial banking, con particolare vocazione retail. Il Gruppo è inoltre attivo, tramite società prodotto specializzate, in aree di business quali il leasing, il factoring, il credito al consumo, la finanza d’impresa e l’investment banking. Il comparto assicurativo-previdenziale è coperto, lato distribuzione, in virtù di una partnership strategica con AXA, mentre l’attività di asset management si sostanzia nell’offerta alla propria clientela di prodotti d’investimento di case terze indipendenti. Il Gruppo opera prevalentemente in Italia attraverso una rete di 2.392 sportelli, 288 centri specialistici e 131 uffici di promozione finanziaria aperti al pubblico. L’operatività estera è focalizzata al supporto dei processi di internazionalizzazione delle imprese clienti italiane ed interessa i principali mercati finanziari esteri ed alcuni tra i paesi emergenti che intrattengono rapporti con l’Italia») si evince facilmente la pluricanalità delle attività commerciali della banca ma non un suo vero e proprio core business distintivo rispetto ai competitors.

Trovandosi ora ad affrontare una situazione di riorganizzazione (ulteriore) per così dire forzata, il management si troverà davanti ad un bivio che comporterà la definizione – in maniera univoca – della propria mission aziendale:

a) mediante la vendita di propri asset: la Banca acquisterebbe una propria identità, specifica e identitaria rispetto ai competitors;

b) mediante la fusione con altri istituti: la Banca evidenzierebbe una debolezza strutturale molto forte a causa di una mancanza di “carattere distintivo” (nonostante la storica tradizione, non ci sarebbe alcuna specializzazione nel settore bancario) che permetterebbe all’istituto una sua vita in autonomia.

Conclusioni

A seguito delle precedenti considerazioni di carattere tecnico/finanziario (cosiddette “fondamentali” se rapportate all’aspetto del bilancio) e tenuto conto che il management della banca è obbligato a rispondere alla Bce con soluzioni pronte all’uso (immediato), agli attuali prezzi e visto il poco tempo rimasto per la comunicazione alla Bce del “piano di rientro”, il CSR VP ritiene plausibile un investimento sul titolo emettendo pertanto un giudizio di breve periodo: Buy.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.