Massimo Siano, Head of Italian Market di ETF Securities
Nel comparto dei metalli, preziosi ed industrali, quale aspetto è più rilevante?
Gli Exchange Traded Product (ETP) sul platino hanno ricevuto gli investimenti più ingenti negli ultimi otto mesi dato che le tensioni lavorative continuano ad affliggere la produzione dei metalli del gruppo del platino in Sud Africa. Conseguentemente, gli ETP di ETF Securities con sottostante platino, hanno ricevuto nuovi 67 milioni di dollari di investimenti la scorsa settimana. In coincidenza, proprio, dell’inizio ufficiale di una nuova stagione di rivendicazioni salariali nel paese. Con più del 70% dell’offerta posseduta nelle miniere sud africane, le interruzioni della produzione e le difficoltà lavorative possono costituire, certamente, un grande impatto sui prezzi. L’incertezza è il catalizzatore chiave per spingere i prezzi nel 2013 e i recenti sviluppi suggeriscono che la situazione non cambierà nel breve termine.
Solo platino quindi?
No, abbiamo riscontrato attenzione anche su altri metalli, gli industriali come rame e nickel. ETFS Copper (COPA) che replica il prezzo del rame, ha totalizzato infatti 91 milioni di dollari di investimenti a livello globale. Le aspettative di un possibile surplus del metallo nel 2013 sono state velocemente riviste dopo che la produzione è stata interrotta da numerosi crolli che hanno riguardato diverse miniere. Recentemente, infatti, la caduta di un tunnel nella seconda più grande miniera del mondo, Grasberg in Indonesia, ha potenzialmente fermato la produzione per due mesi dato che gli accerrtamente sulle cause sono stati completati. Allo stesso tempo, ETFS Nickel (NICK) che replica il prezzo del nickel, ha visto gli investimenti più ingenti negli ultimi tre anni dopo che secondo alcuni report lo State Reserve Bureau (SRB) abbia acquistato circa 30mila tonnellate del metallo.
E l’oro?
Gli Exchange Traded Product (ETP) con sottostante oro fisico hanno visto la decima settimana consecutiva di deflussi dato che gli investitori sembrerebbero stiano aspettando nuovi tagli sugli acquisti dei bond da parte della Fedral Reserve. I deflussi sono stati pari a 108 milioni di dollari e il prezzo dell’oro è sceso al di sotto dei 1.400 dollari l’oncia, sulla scia del rafforzamento del dollaro statunitense rispetto alle valute del G10, particolarmente dopo il recente miglioramento dei dati sui posti di lavoro. Gli investitori sembrerebbero posizionati per l’inizio di una diminuizione delle attività di stimolo della banca centrale negli Stati Uniti, credendo che l’economia stia raggiungendo un un punto di auto sostentamento nel percorso diripresa.