Update 26/03/2015

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di Massimo Siano, Head of Southern Europe per ETF Securities

Il punto su platino e palladio

Nonostante il calo del 2.5% dall’inizio dell’anno, il comparto dei metalli preziosi ha registrato la miglior performance fra le materie prime fino a questo momento. Contrariamente alle nostre attese, invece, i Platinum Group Metals (PGM) hanno rallentato: il platino è diminuito di quasi l’8%, il palladio ha registrato una flessione del 2.5% nello stesso periodo.

Il forte apprezzamento del dollaro americano contro le maggiori valute, in particolare l’euro, non ha comportato effetti positivi per i prezzi delle commodities, che tendono ad essere correlati negativamente con la moneta americana.

In seguito ci aspettiamo una ripresa dei prezzi dei PGM, sostenuta dal miglioramento del sentiment e dal ritorno degli investitori verso i suddetti fondamentali.

L’ampio utilizzo del platino e del palladio nelle marmitte catalitiche dei veicoli rende la loro domanda particolarmente sensibile alle condizioni economiche, industriali e di mercato a livello globale. Il timore di un’uscita della Grecia dall’Eurozona, il più grande consumatore di platino per la fabbricazione di marmitte catalitiche, insieme alle attese di un rialzo della produzione, hanno determinato un calo dell’8% nel prezzo del platino dall’inizio dell’anno. Nello stesso periodo, anche il palladio ha registrato una perdita, attribuibile alla forza del dollaro americano e al sentiment negativo nei confronti delle materie prime, che hanno pesato sul prezzo del metallo.

I più grandi giacimenti di platino e palladio al mondo si trovano in Sud Africa, principalmente nel Bushveld Igneous Complex. Il Paese è altresì noto per l’elevato livello di attivismo dei lavoratori e di intervento del governo nell’industria mineraria: questi due fattori hanno inciso notevolmente sulla produzione, e i cinque mesi di sciopero del 2014 hanno ulteriormente confermato la questione.

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Mentre ci si aspetta che la produzione di platino e palladio registri una ripresa nel 2015, dopo il disastroso crollo del 2014, le tensioni sociali potrebbero nuovamente montare a giugno, quando scadranno gli accordi stipendiali in Sud Africa.

Con la stretta sui rifornimenti che dovrebbe perdurare anche nel prossimo periodo, i mercati dei PGM rimarranno probabilmente in deficit nel corso del 2015.

In ogni caso, i fondamentali della domanda dovrebbero continuare a favorire il palladio rispetto al platino. Mentre i prezzi costantemente bassi potrebbero stimolare la domanda cinese di platino per il settore della gioielleria a partire dalla metà di quest’anno, le richieste per l’impiego del metallo nella fabbricazione di marmitte catalitiche da parte dell’Europa, il maggior mercato del diesel, potrebbero sottoperformare rispetto alla Cina e agli Stati Uniti, considerato che l’Eurozona continua ad essere afflitta dai problemi legati alla sua lenta crescita.

Nel 2014 le importazioni di platino dalla Cina, che da sola contribuisce alla più grande domanda di platino, sono diminuite del 22% a causa del crollo della domanda proveniente dal settore della gioielleria. In ogni caso, le richieste tendono ad essere particolarmente sensibili ai prezzi e dovrebbero pertanto vedere una ripresa nel 2015.

Allo stesso tempo il palladio dovrebbe beneficiare delle forti vendite di automobili negli Stati Uniti e in Cina, i due più grandi mercati delle auto a benzina. Secondo le previsioni dell’Associazione dei Costruttori Cinesi di Automobili, le vendite nel Paese cresceranno dell’8%, raggiungendo quota 21.3 milioni di veicoli nel 2015, mentre il forte crollo nei prezzi del petrolio, insieme all’accresciuta disponibilità di prestiti di auto e di automobili datate, potrà stimolare la domanda di auto negli Stati Uniti.

Prevediamo che il palladio continuerà a registrare performance superiori al platino. Il prezzo di quest’ultimo, infatti, grazie alla ripresa della domanda cinese e ai contributi per le auto nell’Eurozona, ritornerà a essere negoziato intorno ai 1.300 dollari americani all’oncia. Il palladio sembra invece trovarsi in una posizione migliore per trarre beneficio dalla ripresa economica in Cina e negli Stati Uniti, i due maggiori mercati dell’auto.


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