Update 7/07/2016

alt

 di Massimo Siano, Head of Southern Europe per ETF Securities

Effetti della Brexit meno peggio del previsto al di fuori del Regno Unito

  • In aggiunta agli afflussi negli ETP sull’oro, che venerdì 1° luglio hanno segnato un massimo storico di 263 milioni di USD, la Brexit ha provocato investimenti significativi anche in altri beni rifugio, come l’argento e il franco svizzero.
  • Proseguono i deflussi dagli ETP short sulla GBP a causa delle prese di beneficio seguite al deprezzamento della sterlina.
  • Le azioni europee, tornate ai minimi del 2016, scatenano la corsa agli acquisti di titoli del continente (Regno Unito escluso).

La decisione inaudita del Regno Unito di abbandonare l’UE ha causato il panico sui mercati venerdì 24 e lunedì 27 giugno, innescando una correzione generalizzata. Martedì tuttavia i prezzi hanno cominciato a recuperare terreno, con il ritorno di alcuni titoli ciclici ai livello pre-referendum, a suggerire che nelle previsioni dei mercati gli effetti economici del voto sulla Brexit potrebbero essere limitati alla sola economia britannica.

Il clima negativo nel Regno Unito è destinato a proseguire finché non vi saranno maggiori dettagli sulle formalità del divorzio dall’Unione. Mentre il resto del mondo potrebbe essere al sicuro, permangono molti interrogativi sul futuro del Regno Unito e su come la nuova leadership (ancora da nominare) preparerà le procedure d’uscita. Dopo aver perso il 12,6% contro l’USD e il 9,1% contro l’EUR da venerdì 24, la sterlina rimane a un minimo record rispetto al livello precedente al voto. L’indice FTSE 100, d’altro canto, ha annullato tutte le perdite e fa registrare un rialzo del 3,6% dal giorno del referendum. Ma il FTSE 250, che ha una maggiore quota di titoli con ricavi dipendenti dall’economia britannica, rimane inferiore del 6,3% al livello pre-Brexit. Gli ETP short sulla sterlina hanno accusato deflussi per 20,5 milioni di USD a causa delle prese di profitto, mentre nel corso dell’ultima settimana le posizioni corte in azioni britanniche sono cresciute di 10,8 milioni di USD. Le divergenze tra i leader europei e britannici continueranno probabilmente ad alimentare l’incertezza nel mercato del Regno Unito, nonostante le parole rassicuranti di Mark Carney in merito alla capacità della Bank of England di sostenere l’economia.

alt

La domanda di ETP sui beni rifugio aumenta a fronte dell’incertezza persistente. La scorsa settimana gli ETP long su oro, argento e CHF hanno beneficiato di afflussi robusti per un totale di 433,5 milioni di USD. Il 1° luglio gli investimenti negli ETP sull’oro hanno raggiunto il livello più elevato dal lancio, a quota 263 milioni di USD. L’oro e il franco svizzero sono tradizionalmente apprezzati per le loro caratteristiche di beni rifugio, che permettono agli investitori di proteggere i portafogli dai rischi di ribasso. Ci aspettiamo che la domanda di questi attivi rimanga elevata a causa della marcata incertezza sulla contesa per la leadership nel Regno Unito e sull’uscita formale del paese dall’Unione europea. Mentre la Bank of England si prepara a un ulteriore allentamento monetario, le prove di stress della Federal Reserve su Deutsche Bank e Santander hanno dato nuovamente esiti negativi, rinfocolando il nervosismo degli investitori.

Le azioni europee, prossime ai minimi del 2016, hanno suscitato interesse nelle posizioni lunghe in titoli del continente (Regno Unito escluso). La scorsa settimana gli investitori di ETP hanno seguito la regola di “acquistare sui minimi e vendere sui massimi”, approfittando dei prezzi scesi ai livelli di febbraio. Gli ETP long su azioni europee (Regno Unito escluso), soprattutto di Italia e Germania, hanno registrato afflussi per 20,2 milioni di USD, mentre nell’azionario britannico gli investitori hanno privilegiato gli ETP short, ritenendo evidentemente che la Brexit influirà negativamente più sull’economia del Regno Unito che sui membri dell’UE. Il fenomeno è stato amplificato dal declassamento del Regno Unito dalla categoria AAA alla AA a opera delle tre maggiori agenzie di rating. La riunione della scorsa settimana con i leader dell’UE ha dettato l’agenda al nuovo governo britannico: nessuna “misura selettiva” e nessun negoziato informale. Con il tempo che scorre inesorabile per il Regno Unito, i mercati azionari non sono al riparo da una nuova possibile turbolenza entro la fine di quest’anno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.