11.11.11

11.11.11 Il giorno dell’endecasillabo

 

Sì, lo so che a distinguere l’endecasillabo non sono le undici sillabe ma l’accento dell’ultima parola del verso sulla decima sillaba, e tuttavia, il più delle volte è così. E dunque, domani è il giorno dell’endecasillabo, il giorno che più 11 di così non si può.

Nel mezzo del cammin di nostra vita è un endecasillabo. Pure lo è il gozzaniano Sei quasi brutta, priva di lusinga che fa pure pensare alla Merkel, cui oggi pare che noi italiani stiamo già ritrovando fiducia: se lo dice lei.

Così si procede, di questi tempi: per intuizioni divinatorie e intenti. E reprimende. Le cose piane, normali, ragionate, di questi tempi: no.

Un giorno l’Italia è fallita e il giorno dopo ha ritrovato la fiducia. In termini clinici potremmo tranquillamente parlare – che avverbio desueto, nevvero, oggigiorno? – di disturbo bipolare, o maniaco depressivo, insomma, roba grave. «È stato calcolato che il rischio di suicidio è molto elevato in pazienti affetti da questa malattia».

Attenti a Sarkozy, ché potrebbe farsi del male allorché scoprisse che oggi la società di rating Egan Jones ha detto che il merito creditizio francese è peggiorato. E nemmeno poco. «E ora che non potrò più irridere e concionare gli italiani?»

Forse potrebbe, ma è solo un pacato consiglio, leggere Dante: Di tal superbia qui si paga il fio. Endecasillabo, Canto XI, Purgatorio.

A presto.

Edoardo Varini

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