Bocciata la riforma Boeri: un’altra e spero ultima ingiuria all’equità

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Bocciata la riforma Boeri: un’altra e spero ultima ingiuria all’equità

Spero non me ne voglia l’amico Tito Boeri se rivelo questa piccola nota personale. Questa mattina gli ho inviato i miei complimenti via mail per quanto stava facendo per il Paese e lui, con la sua solita cortesia, mi ha ringraziato. Quanto stava facendo lo stava facendo da Presidente dell’Inps, dopo averlo descritto in un documento di 69 pagine pubblicato ieri sul sito dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, un documento intitolato “Non per cassa ma per equità”.

In 16 articoli con tanto di note tecniche e stime finanziarie calcolate con il modello di simulazione dell’Istituto – un modo per dire che meglio non si sarebbero potute presentare – vengono illustrati gli interventi in animo al Presidente, riassumibili nei seguenti tre principali punti: pensione anticipata con correzione attuariale sull’assegno a 63 anni e 7 messi di età, 20 anni di contributi e la maturazione di un importo di almeno 1.500 euro; ricalcolo di tutte le pensioni retributive superiori a 3.500 euro e – a parer mio la cosa più importante – l’introduzione di un reddito minimo per chi ha superato 55 anni ed è privo di un impiego.

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Si erano sentite nei giorni scorsi levarsi voci governative di dissenso sulla riforma proposta da Boeri ma non ci volevo credere. Oggi la conferma: il piano non verrà attuato perché troppo costoso. Perché il taglio delle pensioni toglierebbe fiducia al Paese, a prescindere dai loro importi. Questo a fronte di milioni di italiani che si sono venduti l’oro i mobili e la dignità per riuscire a mangiare un giorno ancora.

Io dico che è venuta l’ora di smettere di nascondere la polvere di una depressione economica gravissima dietro dati economici spesso irrilevanti e sempre costantemente esposti con una compiacenza manifesta. Perché la polvere che nascondiamo sotto il tappeto sono uomini, donne, i loro ragazzi, bambini.

L’unica verità è che la sperequazione nel Paese aumenta e gli interventi posti in atto dal governo o sono sabbia negli occhi o sono volti a confermarla ed incrementarla.

Ora, che non si dia un reddito minimo di 500 euro a chi nel mondo del lavoro non rientrerà mai più – chi dice il contrario mente – per non tagliare 230.000 pensioni d’oro e 4 mila vitalizi dei politici è intollerabile.

Ma sono d’accordo. Inutile ormai alzare i toni, sappiamo che non è il dibattito ad interessare al premier. Dovrà però interessargli la piazza che gli si muove contro. Ad iniziare da Piazza Maggiore, a Bologna.

A presto. 

Edoardo Varini

(06/11/2015)

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