Bologna, 8 novembre 2015: “Liberiamoci e ripartiamo”. Il popolo della Lega promuove una nuova liberazione

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Bologna, 8 novembre 2015: “Liberiamoci e ripartiamo”. Il popolo della Lega promuove una nuova liberazione

 

«Adesso con le Regioni ci divertiamo, ma sul serio», risponde in versione Van Damme il nostro paffuto premier Matteo Renzi. E lo risponde non a un narcotrafficante, a uno stupratore, a un terrorista, a un assassino, bensì ad un assai più mite e pacifico Sergio Chiamparino, reo di aver espresso ieri nel corso di un’audizione in Commissione Bilancio a Palazzo Madama e nella duplice veste di governatore del Piemonte e Presidente della Conferenza Stato Regioni, una certa fondatissima preoccupazione per la manovra.

Le sue parole esattamente sono state: «I tagli dal 2017 al 2019 configurano una situazione che mette a rischio la sopravvivenza del sistema Regioni». In particolare la priorità è il reperimento immediato di un miliardo in più per il fondo sanitario nazionale, circa il doppio della somma stanziata. Ma nel renziana visione del mondo – quella che i filosofi chiamerebbero Weltanschauung – la lamentela, la critica, il dubbio non sono minimamente contemplati.

Pure quando non sono soltanto politici e sindacalisti ad esprimere perplessità in merito alla sostenibilità dei tagli previsti ma anche i tecnici di Camera e Senato. Per capire del resto che si tratta di una manovra sghemba basti considerare che dei 5,9 miliardi di spending ben 4,2 saranno a carico del sistema regionale. Per arrivare a una cosa tipo niente farmaci salvavita ma abolizione della tassa sulla prima casa e benefici fiscali a chi assume falsamente a tempo indeterminato, dal momento che il contratto a tutele crescenti contempla la possibilità di un licenziamento in maniera non proporzionata all’eventuale mancanza del lavoratore: è sufficiente che si sia verificato un inadempimento, qualsiasi esso sia. Lo so che non viene evidenziato: è dal Ventennio che non calava una cappa così spessa sull’informazione ma è così.

Ma poi, vi dico la verità, quel che nel premier non reggo è la sbruffoneria. E in noi italiani è l’assoluta mancanza di dignità di troppi, questo lato femmineo deteriore dell’applaudire ogni spaccone che si avvicenda in una piazza, reale o telematica essa sia.

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Ma come si fa ad accettare una frase tipo: «Il punto è che le tasse devono scendere. Non consentirò alle Regioni di aumentare le imposte ai cittadini, non si può scaricare sempre sugli italiani. Eliminino piuttosto gli sprechi». Il difensore dei cittadini contro le Regioni. Questo non è spaccare il Paese? Il redivivo San Giorgio per un paese donzella. Questa non è intollerabile boria? E per di più con la vanteria dell’accampare un taglio degli sprechi che non prevede alcun efficientamento o riqualificazione della spesa. Solo soldi tolti di qua e spalmati di là. Insomma, il gioco delle tre carte.

Tutti stupidi tranne il principino. Oltre a Chiamparino sarebbe stupido il presidente Inps Tito Boeri, per aver proposto cose incontestabili se non in malafede, quali tagli ai vitalizi dei politici o alle pensioni più alte, quali un sostegno economico per i disoccupati oltre i 55 anni di età, che tutti sappiamo non potranno rientrare nel mondo del lavoro: mai più.

Di tutta questa governativa inconsistenza occorre liberarci e ripartire. È necessario. Prima possibile. È questo che vuole promuovere e ribadire la manifestazione indetta dalla Lega a Bologna l’8 novembre, cui io mi onorerò di partecipare. È in gioco la dignità di un Paese, un paese di cittadini che aspirano ad essere tali a pieno titolo e non per principesca concessione. Un paese che quando dice di essere affamato, disperato, di non farcela, qualcuno lo ascolta. E specialmente se questo qualcuno è lì per questo.

Un paese di gente che non ha bisogno di parolai e spocchiosi bellimbusti che simulano competenze mai avute ma di persone che sappiano prima avvertire e poi condividere l’animo e le passioni e gli umori e le sofferenze della propria gente. Questo non vuol dire essere retrogradi, vuole dire semplicemente essere se stessi. Non esiste alcun altro modo di essere. L’esaurirsi in immagini e social si chiama apparire. E noi all’apparenza preferiamo la realtà.

Solo chi non dimentica la realtà della fame e del sacrificio potrà dare realtà ai propri sogni. La politica era questo e tornerà ad essere questo: condivisione, ideazione, proposta, attuazione. E tornerà ad esserlo grazie alla Lega ed a chi ad essa voglia unirsi nella lotta, ad iniziare da Forza Italia, che ha ben chiaro ormai che «la fuga in avanti di Salvini» – per dirla con le parole del suo leader Berlusconi – questa volta è quella buona per arrivare al traguardo della rinascita politica ed economica italiana.

A presto. 

Edoardo Varini

(03/11/2015)

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