Candide, o della psicoanalisi

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Candide, o della psicoanalisi

«L’anno prossimo sarà un anno di ripresa», l’ha detto ieri Mario Monti dopo il Consiglio dei ministri. Spero questo basti a tranquilizzare gli italiani perché il resto depone a favore di una crescente e motivata irrequietudine.

Le stime del Pil per il 2012 sono state riviste al ribasso (dal -1,2% del precedente Decreto di Economia e Finanza a -2,4%). Ricordo che il deficit pubblico sale di mezzo punto per ogni punto perso di PIL. Corrette al ribasso anche le stime degli effetti dei decreti concorrenza e semplificazione sulla crescita. Nondimeno dobbiamo credere con il Professore che non vi sia la necessità di un’ulteriore manovra correttiva e che l’anno prossimo «vedremo la luce».

In letteratura un personaggio così esiste già, anche se forse non gode della notorietà che merita. È Pangloss – in trascrizione dell’etimologia greca “tutto” (pan) “lingua” (glossa) –  filosofo tedesco precettore del giovane Candide, o Candido. Il titolo esatto del libro è Candide, ou l’Optimisme, e l’autore non ha bisogno di presentazioni: François-Marie Arouet, detto “Voltaire”.

Perdonate la lunga citazione ma vi assicuro che il brivido dell’analogia la giustificherà di sopravanzo.

«Pangloss insegnava la metafisico-teologo-cosmologo-nigologia. Provava egli a maraviglia che non si dà effetto senza causa, e che in questo mondo, l’ottimo dei possibili, il castello di S. E. il barone era il più bello de’ castelli, e Madama la migliore di tutte le baronesse possibili. È dimostrato, diceva egli, che le cose non posson essere altrimenti; perchè il tutto essendo fatto per un fine, tutto è necessariamente per l’ottimo fine. Osservate bene che il naso è fatto per portar gli occhiali, e così si portan gli occhiali; le gambe son fatte visibilmente per esser calzate, e noi abbiamo delle calze, le pietre son state formate per tagliarle e farne dei castelli, e così S. E. ha un bellissimo castello; il più grande de’ baroni della provincia dev’essere il meglio alloggiato, e i majali essendo fatti per mangiarli, si mangia del porco tutto l’anno. Per conseguenza quelli che hanno avanzata la proposizione che tutto è bene; han detto una corbelleria, bisognava dire che tutto è l’ottimo».


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Dunque, caro Professore, lei ha sbagliato, perché avrebbe dovuto dire che la revisione al ribasso delle stime di crescita è l’ottimo, perché solo così, solo grazie al buio pesto che ci sta di fronte potremo sperare nell’improvvisa illuminazione di un’inversione della congiuntura economica.

«Candido ascoltava tutto attentamente, e se lo credeva innocentemente».

Ma Candido era un ragazzino, possiamo scusarlo. Ma come possiamo scusare noi, che ragazzini ormai non siamo più da tanto tempo, e che ne abbiamo viste e sentite tante ma tante ma tante. Perché fingiamo di crederci?

La psicoanalisi ora l’hanno gettata nella spazzatura, e non mi sento di biasimare nessuno per questo, eppure questa cosa la spiega a perfezione, con una parola, “rimozione”, che scrive Freud nel Compendio di psicoanalisi del ’38: «L’essenza  della rimozione consiste soltanto nella espulsione ed esclusione dalla coscienza. Le rimozioni appaiono in due differenti situazioni, e cioè sia quando un eccitamento istintuale sgradito viene risvegliato attraverso una percezione esterna, sia quando esso emerge nell’interno senza una simile provocazione».

Il nostro è il primo caso. E l’eccitamento istintuale sgradito è la paura.

A presto. 

Edoardo Varini

(21/09/2012)

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