Del “Dna espanso” e dei marziani che credono a Marchionne

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Del “Dna espanso” e dei marziani che credono a Marchionne

Da Auburn Hills, Michigan, a La Jolla, California, ci sono 3.787 chilometri e la distanza che passa tra un fiasco e un successo. È dalla storica sede di Chrysler che l’amministratore delegato di FCA Sergio Marchionne, ed il suo presidente, John Elkann, hanno presentato ieri il piano quinquennale del gruppo, ma dal momento che il piano è ambizioso e l’ultima trimestrale deludente, Piazza Affari ha inflitto al titolo un cruento -11,7%, portandolo a 7,48 euro. Mentre scrivo sta sì recuperando, ma una minima parte, viaggia a +1,47.

Credere che un’azienda che si porterà sul groppone per altri due anni un debito industriale di 10 miliardi possa far crescere l’utile operativo dagli attuali 3,5 miliardi a 9 in un lustro non è molto dissimile dal credere alla vita su Marte. Siamo nell’ambito dell’impresa, e dunque la premessa necessaria e sufficiente a compierla sarà avere in sella fino ad allora il gran condottiero Sergio, capace di convincere uno dopo l’altro tutti i membri del consiglio di amministrazione.

Ma gli analisti finanziari sono più circospetti per mestiere, e non hanno creduto che FCA riuscirà ad intercettare ben un milione di unità vendute delle 1,3 previste in crescita nell’area Nafta (Nord America, Canada e Messico) da qui al 2018. Anche le 400 mila unità messe in preventivo per Alfa non paiono più realistiche di Topolinia.

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Come si possa gridare «Vinceremo» dopo una perdita trimestrale di 319 milioni di euro è fitto mistero, di cui del resto Marchionne non nega la sostanza, confermando che non tutti possono vantare la capacità di «percepire l’entità del cambiamento». Perché la percezione travalica i numeri, travalica la storia, travalica qualunque cosa e fors’anche la ragione. Ma se travalica i numeri perché con tanta pompa ce li hanno presentati?

A La Jolla invece, California, al contrario si è colto un successo. Sarà perché hanno presentato non cifre ma lettere: X e Y, così nomando due nuove coppie di basi azotate da aggiungersi alle altre componenti il Dna di ogni essere vivente: A, T, C, G (adenina, timina, citosina, guanina). Sono state introdotte – la X e la Y – nel Dna di un Escherichia coli, un batterio molto comune. Il che pare sia entusiasmante, perché ci ha avvicinato a una biologia a “Dna espanso”.

E c’è già chi si dice “sconvolto” dalla prospettiva che si giochi con la vita. Partirà ora un dibattito pallosissimo e bollitissimo, stracottissimo, su cose di là da venire. Come se inventata la bicicletta si discettasse dell’andare su Marte. Magari a scambiare due chiacchiere con chi ha creduto ad una crescita dell’Ebit di Fiat di quasi tre volte in un quinquennio. 

A presto.

Edoardo Varini

(08/05/2014)

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