Destra: ora al lavoro. I comici e i mestieranti stiano in disparte
Una sconfitta pesante, che ti obbliga a rivedere tutto. Politicamente e personalmente. Con un 60% di no al Referendum confermativo della legge Boschi gli italiani si sono liberati di una schiatta di esaltati che si sono creduti i primi della classe sono perché erano seduti al primo banco.
Io non ricordo altrettanta arroganza nell’Italia Repubblicana. Spazzata via da elettori finalmente consapevoli di essere governati da un uomo che non aveva alcun senso del rispetto e della realtà.
I suoi compagni di viaggio, la bella Maria Elena, il pasciuto Poletti mangia tortelli e diritti del lavoro, l’imbelle occhialuto Padoan, il parolaio Alfano, tutti spazzati via da un’onda che è servita a fare spazio al centrodestra per costruire il futuro della Nazione.
È servita alla destra. Smettiamola di fare i democristiani: il centrodestra non è nulla. Se non un un prefisso linguistico buono a raccattare voti tra i confusi.
Io spero di non vedere dalla parte mia una genuflessione al comico dal nome di insetto e dalle tasche piene che tutto può essere tranne che un rappresentante di un popolo sofferente in cerca di riscatto.
Io vorrei vedere una chiamata alle forze migliori del Paese per insegnare due cose non solo al popolo italiano, ai popoli del mondo: a non avere paura della propria identità ed a cercare di recuperare l’idea di futuro.
L’Italia potrebbe essere un faro: politicamente è la notte del mondo.
La nostra identità, sia bella sia brutta, è la nostra. Non ne abbiamo altre. È il nostro tesoro. È la nostra anima.
Il futuro è l’idea che potremo lasciare ai figli un mondo migliore. Sennò facciamo anche finta di fare i padri e le madri. Ma non lo siamo.
Spero, questa volta, di trovare ascolto.
Edoardo Varini
(05/12/2016)