E se la firma spettasse al diavolo?
Sulla copertina dell’ultimo numero di Newsweek campeggia un marmoreo Atlante reggente il Globo terracqueo sul groppone, come da divina tonante punizione. Ed il titolo che l’affianca è: «Debito: il mondo ci sta affogando».
Ora, al di là che se si doveva rappresentare mitologicamente l’affogamento esistevano migliori soluzioni – Calamo, Narciso e la più bella: Leandro che muore tra i flutti per non aver più veduto la lucerna della sua amata Ero sulla costa opposta – resta che il faccione affaticato del Gigante la dice lunga su quanto sia difficile vivere con un gravame sulle spalle che nessuno ha intenzione di toglierti da qui all’eternità.
Questa la verità, nella sua disarmante evidenza. Ricordo il titolo di un bellissimo libro (come tutti i suoi libri) di Elémire Zolla: Verità segrete esposte in evidenza. È un po’ così: è assolutamente evidente che i nostri debiti stanno crescendo più velocemente della capacità delle nostre economie di farvi fronte e ripagarli. Un bel riquadro nero su Newsweek lo dice chiaro.
E allora? E allora il nostro destino è quello dell’affanno, dell’inutile affanno. Più Sisifo che Atlante, la cui fatica almeno aveva un senso per l’umanità tutta. La fatica di Sisifo, invece, è perfettamente vana, a meno che non si consideri un buon fine la vanità degli dei. Perché a spingere in cima a un monte un macigno destinato a riscivolare ineluttabilmente a valle puoi sentirti soltanto due cose: uno stupido o un dannato. Noi quale delle due?
Alla divinità creditizia abbiamo donato la nostra intelligenza o la nostra libertà? E quanto spreco di vita e di bellezza in questo interminato andirivieni di palline sempre più smorte del pallottoliere in cui uomini grigi senza coraggio e fantasia hanno trasformato il mondo. Riprendercelo, no?
E se invece di seguitare a far patti con il diavolo per un istante di felicità fossimo noi a dettargli condizioni? È probabilmente più semplice di quanto si pensi. È solo un mutamento di prospettiva. O una presa di coscienza. O come meglio volete, ma che sempre significhi smetterla di pensarsi subalterni. Servitori. Assolvitori di obblighi inventati da sciocchi che non hanno nessuna idea di come divertirsi a questo mondo.
A presto.
Edoardo Varini
(31/07/2015)