Georges de La Tour: il giglio, la candela

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Georges de La Tour: il giglio, la candela

Da Palazzo Mezzanotte a Palazzo Marino non c’è nemmeno un chilometro. È una bellissima passeggiata per le vie della Milano che incanta, specialmente d’autunno, quando l’ombra e la luce si contendono il proscenio all’ora del tè. Sarebbe un quadro caravaggesco, se avesse più tormento, meno grazia: esattamente come un dipinto del «grande e anacronistico» – ebbe a dire Longhi – Georges de La Tour, come L’adorazione dei pastori e il San Giuseppe falegname, che potremo ammirare fino all’8 gennaio entro l’iperbole barocca di stucchi dorati e Muse e Stagioni e picte allegorie che è la Sala Alessi.

La luce, nell’ex salone delle feste, pervade l’intorno. Nei due quadri c’è solo il baluginio di una candela, una quieta penombra, tutto è sospeso. Prendiamo il San Giuseppe falegname. Il volto di Gesù non ha ombre, perché a illuminarlo non è la candela. Lo fosse, varcate le gote l’ombra incornicerebbe declinando il mento, mentre qui esso conserva il lattescente biancore di una porcellana di Sevres.

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Rispetto alle realistiche volumetrie del resto, il viso del ragazzino appare stiacciato: un Desiderio da Settignano, un Donatello. Ecco, forse, il nesso rivelatore! Pensate alla donatelliana Annunciazione Cavalcanti in Santa Croce. Guardate la mano levata dell’angelo, guardate l’aggetto del ginocchio sinistro.

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Pensate ora all’Annunciazione del Lippi alla National Gallery di Washington, e vedrete di nuovo la mano levata e lo stesso ginocchio. E capirete che la candela che regge il Gesù adolescente di La Tour è in realtà un giglio.

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Quel Giuseppe dalla fronte corrugata – come non dirlo? – è anche un Geppetto (e nel pensarlo la prima immagina che mi sovviene è quella del Chiostri).

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Solo che il suo Pinocchio ha già le mani… Mentre quello di Geppetto, come del resto Edward mani di forbici, non le ha ancora… Ma quante analogie, per tutto il resto.

«Dopo la bocca, gli fece il mento, poi il collo, le spalle, lo stomaco, le braccia e le mani».

 Le avventure di Pinocchio, Capitolo III.

A presto.

Edoardo Varini

(26/11/2011)

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