I buchi neri bancari: nessun Stephen Hawking verrà mai a confutarne la teoria

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I buchi neri bancari: nessun Stephen Hawking verrà mai a confutarne la teoria

Sul “Corriere” odierno c’è uno splendido fondo di Alesina e Giavazzi. Di una chiarezza esemplare, di una verità innegabile. La domanda che i due economisti si pongono è la seguente: «Perché mai i Paesi dell’euro stanno impiegando tanto più tempo degli Stati Uniti ad uscire dalla crisi?». La loro risposta: è per via dell’ordine sbagliato in cui sono stati fatti gli interventi di politica economica successivi alla crisi. Dal momento che senza credito un’economia non può ripartire, avremmo dovuto prima occuparci della disponibilità del credito e poi pensare al riassetto dei conti pubblici.

Il governo stellestrisce così ha fatto, impegnandosi prima a ricostituire il capitale degli istituti di credito e poi passando al risanamento della finanza pubblica. E questo malgrado Oltreoceano “appena” la metà del credito alle imprese sia di provenienza bancaria (l’altra metà è obbligazionario), mentre in Europa le banche forniscono alle aziende l’80% del credito. Ciò da noi è accaduto perché ricapitalizzare le banche è difficile, i vecchi azionisti a vedersi ridotto il valore dell’azioni si lagnano… ma vi rimando direttamente all’articolo, che sottolinea l’importanza della legge sull’Unione bancaria europea approvata la scorsa settimana dal Parlamento Europeo. Tale legge renderà certo più agevolmente percorribile – o percorribile tout court – l’unione monetaria. Non è difficile prevederlo.

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Mi pongo solo la questione se si sia ancora in tempo a correggere l’errata sequenza degli interventi cui abbiamo accennato. Se cioè il Fondo salvabanche (Single Resoultion Fund) – ovverosia quella risorsa che consentirà ai governi nazionali di smettere di indebitarsi per salvare i grandi gruppi creditizi – riuscirà ad entrare in vigore per tempo: il 2023 è tanto lontano, i 55 miliardi previsti non sono poi molti, ed ancor più alla luce del fatto che l’introduzione della vigilanza unica a livello di Banca Centrale Europea evidenzierà delle passività che i precedenti controlli interni non evidenziavano.

Andare a verificare l’effettivo valore degli investimenti, di tutti gli investimenti, presenti nei portafogli delle banche è qualcosa di certamente doveroso ma anche di potenzialmente destabilizzante. Temo che in finanza la teoria dei buchi neri non sarà mai confutata come lo è stata di recente in astrofisica. Non verrà mai nessun Stephen Hawking a dire che no, che radiazioni e materia da quegli astronomici tritatutto possono uscire. Dai buchi neri finanziari non potrà fuoriuscire mai niente. Non un euro. O forse una cosa sì, e lo speriamo tutti tanto:  un po’ di senso etico in più.

A presto. 

Edoardo Varini

(23/04/2014)

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