Il buco di MPS: non è la senese la paura maggiore
È notizia di poco fa: nel prossimo luglio nel capitale del Montepaschi entrerà un nuovo socio, il Ministero dell’Economia. Ai valori di Borsa odierni (0,43) la quota ministeriale sarà pari al 10%, ammontando gli interessi sui Monti bond che Mps dovrà pagare in azioni a 240 milioni di euro, appunto la decima parte della capitalizzazione.
Un bel buco nel bilancio 2014: 5,3 miliardi. Un buco così grande non s’era visto mai. Così grande da costringere ad accrescere da 2,5 a 3 miliardi l’aumento di capitale già programmato.
La botta l’hanno data le pesanti svalutazioni di alcune voci di bilancio, ad iniziare dai crediti deteriorati, che da soli ammontano a 7,8 miliardi di euro. Sono gli effetti del sistema di regole comuni per la valutazione del patrimonio introdotte ad iniziare dallo scorso anno dalla BCE. La chiamano “asset quality review”, o “aqr”, una roba che a Siena fa una paura fottuta.
C’è un indicatore impiegato negli stress test che misura la solidità di un gruppo creditizio, mettendo in relazione il capitale a disposizione con le attività impiegate sul mercato. L’hanno chiamato “Cet-1”, che sta per “Common Equity Tier”.
Solitamente è sufficiente che sia superiore all’8%, ma ad MPS i funzionari di Francoforte l’avevano chiesto superiore a 14,3% (poi una trattativa l’ha abbassato al 10,2%).
Si vede che rispetto alla paura che fa Siena a Francoforte quella che fa Francoforte a Siena è niente.
A presto.
Edoardo Varini
(12/02/2015)