Il governo scolpito «per via di torre» o dell’assolutismo illuminato
Due modi ci sono per scolpire, uno vien detto “formatura”, e lo si pratica «per via di porre», l’altro vien detto “intaglio”, e lo si attua «per via di torre». Il primo metodo è dei plasticatori, o modellatori, che lavorano solitamente in creta. Un celebre esempio potrebbe essere il modenese Guido Mazzoni, scultore della seconda metà del secolo XV, di cui si ammirano i gruppi sacri in terracotta: compianti, presepi, per capirci. Il Compianto sul Cristo morto di Sant’Anna dei Lombardi a Napoli è a parer mio il più bello, con quel Cristo a perpendicolo mantegnesco che sovverte il tradizionale impianto orizzontale.
Il Compianto sul governo morto, opera collettiva contemporanea, ha anch’esso un suo Cristo, anche se più anziano e calvo e di corporatura meno mantegnesca. Si chiama Pier Luigi Bersani, defunto che forse per la resurrezione non dovrà attendere nemmeno il terzo giorno. Che la sua candidatura ora aggradi anche a Berlusconi non desta sospetti. Il «ricambio democratico» di cui parla Napolitano nel suo messaggio a Papa Francesco è per l’ennesima volta solo apparente. Per rimanere in ambito artistico, siamo al rappel a l’ordre, al ritorno all’ordine.
Dopo il tentativo del governo di minoranza, del doppio binario, dopo un Bersani non più da tempo padrone del proprio senno che chiede la prova della fiducia in aula e ingarbuglia ulteriormente le cose non rinunciando al mandato (era questo il saggio amministratore nemico dei personalismi?) abbiamo Napolitano che verifica «l’impianto innovativo» bersaniano e, guarda caso, lui il consenso lo trova.
Il secondo modo per scolpire, per intaglio, è quello che verrà impiegato per il futuro governo, detto anche “governo di scopo”, o “delle larghe intese”, o “di coalizione” o, meglio ancora, “esecutivo del presidente”. Si farà togliendo cose, accorciando, levando materiale, in particolare progettualità e rappresentatività. Non verrà scolpito nella solidità del marmo o della pietra bensì nella fragilità della creta o della cera. Dunque se starà in piedi sarà per il fil di ferro della sua struttura interna, assolutista. Assolutismo illuminato, d’accordo, ma quello è. Se preferite possiamo chiamarla monarchia costituzionale.
Il nuovo governo verrà annunciato con un discorso presidenziale che suonerà grossomodo così: «Con lealtà di Re e con affetto di padre Noi veniamo a compiere quanto avevamo annunciato ai nostri amatissimi sudditi», come recita lo Statuto Albertino.
«Fase cruciale di ricambio democratico», dice Napolitano…
Ma… La ragion meco si lamenta e dole, come titola Michelangelo una sua Rima e come pure sta capitando a me.
A presto.
Edoardo Varini
(29/03/2013)