Il Papa tra le pantere nere
È probabile che uno come Gentiloni possa ottenere il “tu” al primo incontro da una come Melania Trump solamente per ragion di Stato. «Paolo», ha detto lei, e lui avrà pensato che forse tutti i sorrisi e i pensierini e i sissignore che gli ci sono voluti per arrivare al premierato hanno avuto un senso.
In fondo sa lui per primo che il senso secondo, che avrebbe poi dovuto essere il primo, quello di ben governare la propria nazione, gli è sempre stato irraggiungibile.
La frase di Paolo che ci dobbiamo far bastare una crescita di “zero virgola” mi fa ancora gelare il sangue.
Ma dal momento che il diavolo fa le pentole e non i coperchi, tutta la baldanza – gentile e lieve baldanza, va da sé – gli dev’essere finta nel sacco allorché il secret service americano gli ha scartato in faccia il suo pacco regalo per il Presidente Donald, il marito di Melania: pensavano di trovare invece di una cravatta, chessò, una bomba carta, un ordigno a strappo.
Ma Gentiloni è solo grandemente gentile, questo nessuno è autorizzato a disconoscerlo, nemmeno le guardie del corpo del Presidente degli Stati Uniti, e che diamine!
C’è una foto del viaggio della coppia presidenzale a Roma che vale un trattato sul rapporto tra la Chiesa e la donna. Che è la confutazione inappellabile della tesi di Paolo di Tarso che vorrebbe «L’uomo a immagine e gloria di Dio e la donna gloria dell’uomo».
La foto è quella con il Papa di scorcio, tra due pantere nere – malgrado il biondo dei capelli, del resto velato – Ivanka e Melania Trump. Guardate l’occhio di Francesco. Si intravede appena ma è simile, troppo simile a quello di un’orata. Sembra spaventato.
Le due donne paiono Medee senza tristezza. Ripetila adesso, Francesco, la teoria paolina…
Ragazzi, se qualcuno avesse ancora dubbi su quale genere comandi questa terra guardi questa foto. E se è maschio, tremi.
A presto.
Edoardo Varini
(25/02/2017)