Il peso dei secoli, l’incertezza – A David

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Il peso dei secoli, l’incertezza – A David

La velocità di caduta di un grave non è proporzionale al peso, ma al tempo trascorso nella caduta. Ma questo nel vuoto, altrimenti il volume del corpo determina un differente attrito. Se David si fosse buttato dalla finestra del suo ufficio a Rocca Salimbeni lanciando il biglietto con scritto «Ho fatto una cavolata» con sé anziché nel cestino, e se lo avesse fatto nel vuoto, quel biglietto avrebbe toccato il selciato insieme a lui.

Fino alle 21 di ieri sera, David è stato il capo della comunicazione del Monte dei Paschi. Senese, classe ’61, lupaiolo. Non credo abbia mai indossato la montura della sua contrada, né portato per le strade la fiamma troncata di nero e di bianco con bordatura di argento e di rosso. Ne ha scritto, però, e ne ha scritto così: «È retorico dire che c’è il peso dei secoli sopra ad una montura? Forse, ma è anche l’unico modo per spiegare quel senso di fierezza che ti entra addosso insieme alla calzamaglia, alle vesti, al cuoio ed ai velluti». Se si parte da qui, anziché dalle perquisizioni delle fiamme gialle di una decina di giorni fa, forse qualcosa dell’uomo si capisce.

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La sola ipotesi di vedere il rispetto, che per alcuni è tutto, il rispetto di cui godevi tramutarsi in niente non è sostenibile da chiunque, non lo è stata per David, che pure non era indagato. Disse: «Temo che questa indagine mi costringerà a lasciare il mio posto, credo che non potrò restare a lungo in questa stanza», «Ho capito che voi non volete più frequentarmi perché pensate che ho svolto male il mio lavoro. Ma non è così»

Non era indagato, è vero, ma sapeva che le perquisizioni all’improvviso si fanno a chi sta per esserlo. Il sospetto era che avesse messo in contatto Mussari e Vigni con dipendenti Mps chiamati a testimoniare. Il sospetto era che alcuni comunicati ufficiali, quelli che lui scriveva, quelli che in condizioni normali leggono in pochi o nessuno ma quando scoppia uno scandalo vengono vagliati alla virgola, non dicessero sempre il vero, o non lo dicessero tutto.

Ora, come sempre avviene in questi casi, ricorre ovunque la frase: «Niente lasciava presagire il drammatico epilogo». Ma io non credo che mai qualcuno si sia tolto la vita senza che niente lasciasse presagire il drammatico epilogo. Nessuno, mai.

Non è passato un anno da quando scrisse su Twitter: «Secondo me non esiste niente dopo la morte». Ma detta così è un’opinione, non una certezza. A volte l’incertezza è un miracolo.

A presto. 

Edoardo Varini

(07/03/2013)

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