Il risparmio privato all’impresa: troppo intuitivo per essere vero?

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Il risparmio privato all’impresa: troppo intuitivo per essere vero?

Il fondo odierno di Marco Onado sul “Sole 24Ore” dovrebbero leggerlo tutti gli italiani, ma proprio tutti: perché dice una cosa che tutti gli italiani devono sapere. Una cosa che si sente ripetere spesso qua e là ma di rado con questa chiarezza, con questa essenzialità, con questa precisione:

«Nel momento in cui è scoppiata la crisi eravamo l’unico Paese europeo che nei decenni precedenti non avesse adottato misure specifiche a favore dell’impiego del risparmio (in particolare pensionistico) in investimenti produttivi».

Ne consegue che: «in Italia, ancora più che in altri Paesi, collegare risparmi e investimenti produttivi è un imperativo inderogabile per assicurare efficienza e produttività alle imprese e salvaguardare il valore della ricchezza finanziaria».


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Stiamo facendo qualcosa in tal senso? Per riuscire a realizzare questa per noi e solo per noi rivoluzionaria cosa che saremmo in grado di fare più e meglio di chiunque altro, essendo la ricchezza finanziaria netta delle famiglie italiane la più alta nel Vecchio Continente? Parliamo di 3.838 miliardi di euro. Se aggiungiamo il valore degli immobili arriviamo a 9.164 miliardi. Poi ci sono gli oltre 2 miliardi tra risparmio gestito, assicurazioni e fondi pensione.

Ma per l’impresa è come se queste cifre fossero ridotte a un decimo, i restanti nove vanno in titoli di Stato o all’estero. Se solo aggiungessimo a questo decimo la sua quarta parte avremmo colmato il buco creditizio della crisi. Sto dicendo che se invece del 10% della ricchezza finanziaria privata, all’impresa ne andasse il 12,5%, le aziende avrebbero la liquidità che serve loro per continuare. Non ci sarebbe bisogno delle banche.

A questo scopo stiamo facendo pochissimo: il programma governativo «per la finanza e per la crescita», la legge che consente alle pmi di finanziarsi emettendo minibond, anche se questa comprensibilmente esclude le microimprese, che sono la stragrande maggioranza.

A livello nazionale questo è quasi tutto. È davvero poco. Ci lavori la politica. Perché non esiste tema più importante, più decisivo, più urgente. 

A presto.

Edoardo Varini

(26/03/2015)

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