La Boldrini e le cose che non si chiedono agli uomini

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La Boldrini e le cose che non si chiedono agli uomini

Ieri ascoltavo per incidente il Presidente della Camera Laura Boldrini dalla Gruber. Erano uguali. Non conosco i tempi del trucco ma credo non siano stati brevissimi. Erano uguali nel voler apparire carine e sorridenti, almeno fino alla fine della trasmissione. Nella studiatezza dell’abbigliamento, delle pose, delle espressioni: non nelle parole. Buttate là, un po’ come viene viene.

È apparso in maniera evidente quando si è giunti al commento della rinuncia alla candidatura a sindaco di Milano per il Movimento 5 stelle da parte di Patrizia Bedori, perché definita: «brutta, grassa e obesa» e – da una ex parlamentare del suo partito, Serenella Fucksia –, perfino: «una nullafacente, supercazzolara svogliata».

Laura dice col suo consueto strabuzzo – spero non ipertiroideo – che la cosa gravissima è che solo alle donne politiche è richiesto esser belle e ben vestite, non agli uomini. Capite, se le stesse due scemenze fossero chieste anche agli uomini saremmo a posto. Per dirla altrimenti: il problema non è che anziché idee e pensiero si chieda l’apparenza, il problema è che l’apparenza venga chiesta soltanto alle donne.

Questo detto dal Presidente della Camera. Il segno dei tempi. Siamo arrivati qui.

Laura dice anche di essere venuta ad unire le “forze progressite” (quali? Immagino contro le oscurantiste, ma anche qui: quali?) non a dividere. Lo registriamo, ma anche se suona politicamente corretto, è il contrario delle parole di Cristo. Ricordate? «Non sono venuto a portare la pace, ma una spada». 

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La controprova: l’altra candidata sindaco dei Cinque Stelle, questa volta per Roma: Virginia Raggi, già definita “la Audrey Hepburn” del Tufello. Basta questo. Ne sento lodi sperticate ovunque. Ma per produrle non ci sono altri elementi che la sua telegenicità, sancita dalla Casaleggio e associati, il prossimo vero sindaco di Roma.

E ci saranno ancora qualche milione di faciloni (stavo per scrivere fessi ma non è carino) che seguiteranno a ritenere il Movimento 5 stelle un partito antisistema della gente, anche se il reclutamento della sua classe politica è indistinguibile dal casting di Mediaset.

In questo bel mondo carino, aggraziato, messo in piega, ci sono 4 milioni di nostri connazionali in povertà assoluta, più che raddoppiati rispetto al 2007. E poi c’è il 30% di italiani nella zona grigia della povertà relativa, quelli che perderanno ogni dignità nelle settimane a venire. Basta nulla. Il non riuscire a pagare le gabelle. Che devi pagare anche se non hai da mangiare. Non ti lasciano stare. Ti vengono a prendere a casa sottraendoti ogni risorsa.

Cari politici e telegiornalisti, per quanto vi arrabattiate a dimostrarlo, questi non sono i tempi della grazia. Lo Stato sta esercitando sui cittadini una violenza sistematica. Ottusa. Spietata. Genera la povertà ed una volta generata la munge senza il minimo scrupolo morale perché il povero – non potendo assolvere agli obblighi monetari che gli vengono crescentemente imposti – diventa un colpevole.

Io ho una diversa idea di colpa. Non può essere colpevole la sopravvivenza.

A presto.

Edoardo Varini

(15/03/2016)

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