La litania del Presidente, e dei defunti
E come non parlare del discorso di insediamento del dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella? La prima cosa che vorrei dire è che non è stato un discorso, è stata una litania. Dalla struttura di una litania: c’è un sacerdote che enuncia e un’assemblea che risponde. Assomiglia tanto, assomiglia troppo, alla Litania dei santi secondo il rito ambrosiano, quella da recitarsi prima delle sepolture.
Santa Maria / Intercedi per lei
San Michele /Intercedi per lei
San Giovanni/ Intercedi per lei
San Giuseppe / Intercedi per lei
Lei è la Repubblica Italiana. Turrita, sì, come sempre, ma anche battuta, depredata, vilipesa, svenduta, irrisa, lapidata a morte da tutti quelli che hanno scagliato la prima, la seconda e la terza e la quarta e l’ennesima pietra per tacersi la coscienza con il loro frastuono.
Dal discorso del nuovo Presidente:
Garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri, garantire il loro diritto al futuro. / Applausi
Significa riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro. / Applausi
Significa promuovere la cultura diffusa e la ricerca di eccellenza, anche utilizzando le nuove tecnologie e superando il divario digitale. / Applausi
Significa amare i nostri tesori ambientali e artistici. / Applausi
Significa ripudiare la guerra e promuovere la pace. / Applausi
Significa garantire i diritti dei malati. / Applausi
Significa che ciascuno concorra, con lealtà, alle spese della comunità nazionale. / Applausi
Significa che si possa ottenere giustizia in tempi rapidi. / Applausi
Significa fare in modo che le donne non debbano avere paura di violenze e discriminazioni. / Applausi.
Significa rimuovere ogni barriera che limiti i diritti delle persone con disabilità. / Applausi
Significa sostenere la famiglia, risorsa della società. /Applausi
Significa garantire l’autonomia ed il pluralismo dell’informazione, presidio di democrazia. / Applausi
Significa ricordare la Resistenza e il sacrificio di tanti che settanta anni fa liberarono l’Italia dal nazifascismo. / Applausi
Significa libertà. Libertà come pieno sviluppo dei diritti civili, nella sfera sociale come in quella economica, nella sfera personale e affettiva. / Applausi.
La litania continua, ma io mi fermo qui.
Per concludere con un passo che il Presidente ha messo in cima:
«Dobbiamo saper scongiurare il rischio che la crisi economica intacchi il rispetto di principi e valori su cui si fonda il patto sociale sancito dalla Costituzione».
Presidente, non è un rischio. È già mille volte accaduto. Guardi gli anziani che rovistano nella spazzatura, guardi i giovani che non possono farsi una famiglia, guardi le persone di mezza età che si vergognano a tornare a casa ed a raccontare la loro disperazione ai figli.
È già stato intaccato molto più che la Costituzione. E non tanto dalla crisi economica, quella ha colpito anche le altre nazioni, in cui certamente la solidarietà sociale non è mai venuta a mancare. È stata intaccata dalla nostra classe politica. Che quando dice «Per il bene del Paese» pensa a un paio di tasche in cui infilare le mani e prendere.
Che parla ininterrottamente di solidarietà e riforme e rinnova giornalmente privilegi irriferibili.
Quali quelli di cui lei si accinge a godere, ostentando una comprensione della disperazione di milioni di suoi connazionali che non può avere.
A presto.
Edoardo Varini
(4/2/2015)