L’imperio del medio e il suo campione

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L’imperio del medio e il suo campione

Confesso di aver visto solo dieci minuti di Berlusconi da Santoro, e in base a quanto visto il Berlusca ha stravinto. Alle due giornaliste che l’hanno intervistato devo dire che non ce la possono fare. Non ci provino più. Eleganti e misurate nel minimalismo smidollato e conformista tanto in voga oggigiorno, ma oltre a questo? Forse la televisione è solo questo: il compiacimento di uno sguardo stanco.

A furia di raccontarlo come il Pierino di una barzelletta, quest’uomo, alcuni sono finiti col crederlo, che è un Pierino. Che metterlo in croce è semplice. Oppostamente, chi ci ha provato, ieri in croce ci è finito, Santoro per primo. Che dice di saper fare televisione, ma dimentica di aggiungere che la televisione è il vacuo.

Chi ha la fortuna di frequentare i giovani, sa che questa scheggia di populismo dalla violenza sorniona che ci ha rincoglioniti per decenni sta cercando le grucce e la naftalina, perché ha i giorni contati. È un conforto. A quei sempre meno cui il dibattito televisivo ancora piace, vorrei dire che forse accade perché ci proietta d’un subito nei beati anni delle medie. 

Io era dalle medie che non sentivo dire: «Hai fatto le serali o l’università?». Ma lì, alle medie, nessuno ci dava importanza. Ora qui, in televisione, è sulle prime pagine dei giornali. C’è scritto che è diventato il tormentone della serata. Che il prortavoce delle Rete degli studenti medi si è risentito, ed ha ribadito che le scuole serali hanno la stessa dignità delle altre. Immagino che qualche altro portavoce di qualche altra categoria obietterà. Ne parleremo, ne parleranno, per giorni.

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Berlusconi che pulisce la sedia di Travaglio prima di sedersi ti fa capire che quest’uomo almeno una virtù ce l’ha, ed è la virtù dei grandi attori: il tempismo scenico. Che se hai il copione può derivare da quello ma se non l’hai deriva dal fatto che ti senti a tuo agio. E se ti senti a tuo agio è perché non hai paura. Ora, mi è noto che per alcuni Balanzoni l’assenza di paura è indice di psicopatia, ma mi è noto anche che in uno studio del prof. Lilienfeld pubblicato sul “Journal of Personality and Social Psychology” tale assenza è fra i tratti dei leader di successo. «I presidenti più sicuri di sé, quelli che sembrano avere poco timore sia a livello fisico sia a livello sociale, che sembrano più emotivamente stabili o addirittura temerari, sono stati giudicati tipicamente più di successo. Infatti sono stati giudicati maggiormente in grado di affrontare le situazioni di crisi e sono sembrati più efficaci rispetto a un variegato insieme di indici oggettivi».

Eppure a me tutto ciò per votare qualcuno non basta. Specialmente se dice le palle e le smargiassate che troppo spesso infila il Cavaliere: nel 2009 non si vedeva la crisi, nessuno ha combattuto la mafia quanto me, c’erano fonti certe di copertura nel caso in cui si fosse esentata la prima casa dall’Imu. Ma è un lottatore. Gli va riconosciuto. Significa qualcosa.

A presto. 

Edoardo Varini

(11/01/2012)

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