«In un momento di squilibrio mentale» – Ad Alan Turing
Sto rivedendo il primo dei tre e-book di Andrea Fiorini componenti l’opera di imminente pubblicazione: Il Trading Online – Storie, personaggi, servizi. Mi aspettavo un testo molto documentato e ben scritto e così è, in ogni sua parte.
Il primo volume è intitolato “Dall’alba della tecnologia alla fine del secondo millennio” e racconta di come si sia prodotto quel fecondo incontro tra finanza, telecomunicazione e informatica che ci consente oggi, tra le tante altre cose, di poter negoziare sui mercati borsistici in un millisecondo direttamente da casa nostra.
«Il punto di partenza», scrive Andrea, «è stato il computer digitale, o meglio, l’elaboratore, che basa la sua esistenza su studi plurisecolari relativi alla capacità di svolgere calcoli complessi e ripetitivi con un limitato intervento umano. […] Dopo una lunga serie di elaboratori meccanici ed elettromeccanici, nel 1936 Alan Touring descrive per la prima volta, ma solo teoricamente, il modello di elaboratore moderno e i suoi componenti, sulla cui base verranno realizzati tutti i prototipi futuri.».
Ma chi era Alan Turing? Senz’altro una persona in grado di vedere dove altri non vedono e forse non in grado di sopportare il peso di tanta differenza. Ne scrissi tempo fa. Trovate il testo di seguito.
Ma sì che può essere, che la mente non sostenga più il pensiero. L’apprendimento cerebrale è costante e il suo processo muta continuamente le connessioni neuronali. Darwin scoprì che il cervello degli animali selvatici era dal 15 al 30 per cento più grande di quello dei loro omologhi domestici. Più si pensa e più si è capaci di pensare: ma nulla sotto questo cielo è illimitato. A parte il desiderio di superare il limite, quel che mosse per tutta la sua vita il matematico londinese Alan Turing.
Diede il nome a due invenzioni: una macchina e un test. La prima originò la scienza dei calcolatori, la seconda l’intelligenza artificiale. La prima è una macchina deterministica a nastro e con istruzioni: istruzioni e memoria, il moderno computer. Il secondo è un test atto a determinare se una macchina è in grado di pensare, ovverosia concatenare idee ed esprimerle. Senza la prima gli alleati non avrebbero mai vinto la Seconda Guerra mondiale, perché un suo perfezionamento venne impiegato per decifrare i codici tedeschi. Touring stesso lavorò per tutta la durata della guerra alla decrittazione, a Beltchley Park.
Poi tornò a Cambridge e si applicò a comprendere le sovrapposizioni tra forma naturale e matematica. Il bisogno d’assoluto, di oltrepassare il limite. Un richiamo, assordante.
Il limite anche fisico. Nella maratona il suo record personale era di 2:46:11. L’argentino Delfo Cabrera nel 1948 vinse la maratona dell’Olimpiade londinese in 2:34:51.
Alan scrisse: «Il ragionamento matematico può essere schematicamente concepito in questo modo: come l’esercizio della combinazione di due facoltà, che potremmo chiamare intuizione e ingenuità».
E ne occorre molta di ingenuità per confermare la propria omosessualità in un paese in cui l’omosessualità è reato. In un paese che dopo che lo hai salvato ti castra chimicamente e ti fa crescere le tette. E che ti fa scegliere di morire come Biancaneve, mangiando una mela avvelenata «con cianuro di potassio in un momento di squilibrio mentale». La trovarono l’8 giugno del 1954, la mela morsicata, accanto al letto. Noi la troviamo nel logo di Apple. Lo so, lo so che Rob Janoff, il designer di quell’immagine l’ha negato. Non noi, è questo che importa.
A presto.
Edoardo Varini
(20/03/2012)