«L’Italia è tornata»: ma sta dietro, come Luigi Malabrocca da Tortona

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«L’Italia è tornata»: ma sta dietro, come Luigi Malabrocca da Tortona

La notizia dell’ultim’ora è che il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato dello 0,2% le previsioni di crescita globale per l’anno in corso e per il prossimo, portandole rispettivamente al 3,1% ed al 3%. Il nuovo capo economista dell’FMI, Maurice Obstfeld, già consigliere di Obama e docente di economia alla Berkley, dice che: «Sei anni dopo l’uscita dalla più profonda recessione del dopoguerra, il ritorno ad un’espansione globale robusta e sincronizzata, il Sacro Graal per l’Economia, ancora non c’è».

Il crollo dei prezzi della materie prime ha affossato le economie emergenti, i cosiddetti Bric, e cioè a dire Brasile, Russia, India, Cina, ed è specialmente il rallentamento di quest’ultima a fare paura. E quando arriverà – perché dovrà arrivare – il rialzo dei tassi di interesse statunitensi le cose peggioreranno ulteriormente.

L’Eurozona, dopo l’annoso tormento, parrebbe passarsela meno peggio degli altri. Si prevede una sua crescita dell’1,5% quest’anno e dell’1,6% nel prossimo, ma a patto che la BCE mantenga lo stimolo monetario.

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C’è da noi chi ha il coraggio di rilasciare trionfalistiche dichiarazioni perché nel rapporto presentato ieri a Lima dall’FMI il dato italiano ha avuto un ritocco all’insù, di una cifra assolutamente trascurabile e difficilmente incontrovertibile: lo 0,1%. Ed il dato ritoccato è lo 0,8%.

Questo qualcuno, ça va sans dire, è il presidente del consiglio, il prodigioso, ispirato Matteo. Che finge di non sapere che stiamo pur sempre parlando di una crescita dimezzata rispetto alla media europea. «L’Italia è tornata, è solo l’inizio», ci dice. Bene, quando avremo ottenuto risultati doppi saremo in mezzo al gruppo. Ora è sempre il fanalino di coda. La maglia nera: il “cinese” Luigi Malabrocca da Tortona.

A presto.

Edoardo Varini

(02/10/2015)

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