Lo spettro della povertà e le confessioni indotte

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Lo spettro della povertà e le confessioni indotte

Yannis Stournaras è da fine giugno il ministro delle finanze greco. Insegna economia presso l’Università di Atene ed è molto legato agli industriali. Potremmo definirlo senza tema di smentita un conservatore. Al suo paese lo chiamano “Mister euro”, e questo la dice lunga circa la sua volontà di rimanere «sotto l’ombrello della moneta unica», una volontà grande quanto la paura che senza questo ombrello i suoi connazionali debbano conoscere «una povertà mai prima sperimentata».

E la paura, come ben sapevano i domenicani Sprenger e Kramer, gli estensori di quel Malleus Maleficarum o Martello delle streghe che fece da venerato manuale agli inquisitori cacciatori di streghe per almeno un paio di secoli, ti fa ammettere qualunque colpa. Qualunque.

Certo, a volte occorre un po’ di tortura. A volte devi alzare il soggetto legandolo per le braccia e poi rilasciarlo di colpo, a volte devi chiuderlo nella “Vergine di Norimberga”, o farlo sedere su una sedia arroventata, o fargli provare una calzatura in ferro che lacera le carni, ma comunque prima o poi la confessione l’ottieni.

Da Stournaras i falchi tedeschi la confessione l’hanno ottenuta ieri: «Abbiamo il sistema previdenziale pubblico più costoso dell’eurozona e non possiamo pensare di mantenerlo a colpi di denaro preso in prestito». Sarà vero? Sarà proprio così? Me lo chiedo da italiano.

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E pareva dirlo quasi con sollievo: finalmente la nostra eresia avrà fine. Del resto è tutto previsto, lo si legge anche nel Malleus: «La condannata andò a morte molto volentieri, affermando che, anche se avesse potuto essere liberata, avrebbe ugualmente prediletto la morte, pur di sfuggire al potere del diavolo». Ma gli inquisitori sanno far di conto e i conti greci non tornano.

Dove sono finiti i 2,5 miliardi di tagli mancanti? È noto che le streghe vennero arse vive più per i misfatti che avrebbero potuto compiere che per quelli effettivamente compiuti: dal compromettere la potentia coeundi, all’infanticidio, dal disporre egli elementi e provocar grandinate e tempeste al suscitare passioni amorose letteralmente – è proprio il caso di dirlo – dannate e così via lungamente elencando.

Il ministro dell’economia tedesco Philip Roesler è stato inflessibile nel dichiarare ieri: «Chi non rispetta le regole e rompe gli accordi siglati non può attendersi aiuti finanziari. L’Europa e l’euro non possono fallire per colpa di chi blocca le riforme». Lo vedete: è un crimine futuro, è come se… e come se fosse qualcosa che una razza per sua natura scialacquatrice non potrà cessare di commettere, alla De Gobineau.

Auspico sentitamente di essere smentito dal rapporto della troika Ue, BCE e FMI del 3 settembre.

E il premier greco Samaras in tour teutonico nei prossimi giorni per una proroga biennale, che mai potrà dire per ottenerla: «Ho fatto venir cattivo tempo», oppure «Ho fatto maleficio ad Angela Merkel gettandole addosso polvere e dicendo che dovesse morire in nome del Diavolo»?

A presto. 

Edoardo Varini

(20/08/2012)

Il dipinto che correda l’articolo è di Jake Baddeley, Burning Wishes (2009)

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