Nubifragio a Milano, e sul resto

Nubifragio a Milano, e sul resto

Non so se ve ne siete accorti ma la carta stampata sta morendo. In Italia nel 1990 si vendevano 6,8 milioni di quotidiani, ora 3,3 milioni. Negli Stati Uniti i giornali che vendono più di 500 mila copie sono rimasti due: il New York Times e il Wall Street Journal. È dal 2008 che da quelle parti la maggioranza delle persone non paga un dollaro per l’informazione e nemmeno troppo lentamente ci stiamo avvicinando a questo anche qui.

Quel che si dovrebbe fare è puntare sulla qualità degli approfondimenti, ma dal momento che questa è correlata ad un giusto compenso dei giornalisti, non se ne parla nemmeno. A testa bassa verso la terra di nessuno del discount di tutto, dove a velocità sempre più folle ti può riuscire una sola cosa: affondare nella più crassa ignoranza che pare essere diventata il presupposto irrinunciabile delle moderne, voglio dire mediatiche, democrazie.

 

Vanno a votare in tre, ma chissenefrega. Lo stipendio dei parlamentari e dei vari notabili di Stato resta quello. Davvero: ma chissenefrega. Ma torniamo ai giornali. A quella cosa davvero ridicola che sono diventate le “grandi” testate online. Oggi: Greco nuovo procuratore di Milano, una ragazza bruciata viva dall’ex fidanzato, nubifragio a Milano caos in città, e il solito Sgarbi scatenato che dalla cultura non ha imparato la sola cosa che la cultura insegna: la misura. In calce quattro video animalier.

Oggi per fare notizia devi commuovere di bestia – nel senso che devi farlo per mezzo di una bestia –  o scatenarti, oppure parlare moltissimo di pietanze, erboristeria, wellness e chirurgia estetica. Che non ti venga in mente di sollevare questioni di alcun genere. Non ti sognare nemmeno di rovinare la festa che poi si scopre che oltre a quella non c’è nulla. Null’altro che noi festaioli danzanti sulla schiena degli esclusi. Che se facciamo una cosa del genere non dobbiamo essere bella gente. Allora balla gente! Balla!

A presto

Edoardo Varini

(30/05/2016)

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