Occhio al refuso, ignoto ed eroico revisore del Def
A presiedere il rinviato Consiglio dei Ministri che dovrà approvare il Documento di Economia e Finanza del 2015, il cosiddetto “Def”, sarà alle 20 il nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il professore di economia politica Claudio De Vincenti, classe 1948, già viceministro allo Sviluppo economico del governo in carica.
Va da sé che oggi fosse l’ultimo giorno possibile per la presentazione del Def, ma è ormai assodato che ci piace il brivido dell’ultimo minuto, o anche dell’ultimo secondo, come dimostrano i lavori per l’Expo.
Pare il Tesoro stamattina avesse già il testo del documento stampato, ma la riunione delle 11 non si è tenuta. Ufficialmente per avere il tempo di togliere «doppioni e inesattezze». Che in 9 ore, tra una twittata e l’altra, è già tanto se fai una semplice correzione bozze.
La dovuta stima verso i soggetti istituzionali coinvolti mi impedisce di credere che a poche ore dal termine della sua presentazione vi fossero nel principale documento di programmazione economico-finanziaria nazionale doppioni e inesattezze. Oppure posso scegliere di crederlo, ma a questo punto dovrei riporre troppa, disumana stima nell’ignoto revisore bozze e salvatore della patria dell’ultim’ora.
No. Più semplice, più occamiano pensare che con i numeri esposti il Governo non avrebbe avuto margine per interventi di finanza pubbica nel corso di quest’anno. Per essere più chiari: per blandire gli elettori in vista delle prossime regionali.
E allora eccoti che basta prevedere una crescita dello 0,9 anziché dello 0,7 per cento che spunta un “tesoretto” da 1,5 miliardi. Da spendere tutto per il welfare, con un bel decretone.
Ragazzi: ma si governa così? Pare di sì. Siamo tutti pasciuti e contenti.
E allora occhio al refuso ignoto revisore. Ne va dell’onore della nostra tanto amata quanto turlupinata Italia.
A presto.
Edoardo Varini
(10/04/2015)