Olesya muore biancovestita

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Olesya muore biancovestita

Ci sono ancora spietati codardi che ordinano di sparare sulla folla. L’ultimo è stato avvistato a Kiev, si chiama Yanukovich, è il presidente dell’Ucraina. Ci sono ancora spietati codardi vestiti da soldati che, ricevuto l’ordine, lo fanno, e il peluche che gli auguro di vincere se fanno centro è l’Inferno.

Ieri quarantasette pallottole in cambio di quarantesette vite: pur senza credere al diavolo è chiaro che non è il Bene a compiere il baratto.

Il generale Volodymyr Zamana s’era frapposto tra il sanguinario ordine e la sua esecuzione. L’hanno sollevato e al suo posto c’è andato un altro spietato codardo, Yuri Illin: tirare alzo zero, proiettili veri, il massacro. Lo chiamano «Operazione antiterroristica». 

L’Europa ha ben poco da dire, ha nulla da dare. L’Europa è imbelle, soppesa convenienze, conteggia quattrini, minaccia sanzioni, coltiva i fichi sterili di cui nessuno potrà mai mangiare i frutti. Se non gli ingordi, gli avidi e i ruffiani.

Olesya muore sulla piazza Maidan vestita di bianco, come l’Angelo della vita di Segantini. Olesya muore per una chiazza cremisi sul collo, come la Sant’Agnese del Domenichino.

Putin invita Yanukovich a non fare lo zerbino e l’invito sono 15 miliardi di dollari sul piatto.

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L’Unione Europea non riesce nemmeno a bloccare i conti all’estero del Presidente che spara sulla folla, nemmeno a imporre un embargo sulle armi.

Dicono che la piazza è della destra nazista, inventano poster di Hitler a Kiev, nascondono l’antisemitismo del regime russo. Tutto pur di scagionarsi. 

La verità è che l’Unione Europea il novembre scorso consegnò l’Ucraina alla Russia per risparmiare 400 milioni di euro che non volle dare e che dette invece il Cremlino: 1 miliardo di euro contro 600 milioni.

Della volontà europeista della maggioranza del popolo ucraino non importò allora a nessuno.

Né importa oggi del suo dolore.

A presto. 

Edoardo Varini

(21/02/2014)

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