Una delle cose più divertenti, quando si fonda un partito, oggidì, è interfacciarsi con gli amici giornalisti che la notizia no, non la vogliono dare.
La scusa più gettonata è che «il gradimento degli italiani verso la politica e i partiti è ai minimi», riporto con filologica cura dal messaggio di un amico attualmente in forza ad una testata radiofonica nazionale.
E devo dire che gli altri ti dicono cose ancor più tranchant, del tipo: «Hai fatto la peggior cosa che potessi fare», «Ma non c’erano già abbastanza partiti?», «Ma non vedi che in Italia non c’è più niente da fare?» e poi, la più ricorrente, «Stai lontano dalla politica, ti fanno fuori».
Devo anche aggiungere che qualche sentore dell’astio viscerale dei potentati per chi cerca di fare qualcosa di nuovo e, soprattutto, di sociale, l’ho già avvertito ben chiaro. E tuttavia la cosa l’avevo messa in conto. E dunque andiamo avanti, «Tirem innanz!», pertanto, alla Amatore Sciesa, senza sperare per questo d’essere prima fucilato e poi sepolto al Fopponino di Porta Vercellina.
Ma l’avvertite o non l’avvertite che è vero che «Aprile è il più crudele dei mesi / genera lillà da terra morta, confondendo / memoria e desiderio, risvegliando / le radici sopite con la pioggia della primavera». Ma lo sentite o non lo sentite che il grande Thomas Stearns Eliot aveva ragione?
Se lo sentite, italiani, cercate di capire che in Italia un editore si è mosso per fare qualcosa. Dal momento che non predico la lotta armata e non mi arrampico la notte sui tralicci della tensione dalle parti di Segrate, può essere che due o tre cose ancora riesca a dirvele.
La prima è che le rivoluzioni vanno finanziate, anche e soprattutto quelle democratiche. Dunque piantatela di scrivermi che mancano le palle per cambiare le cose e fate la vostra parte. Donate alla causa. L’argent fait la guerre e non le chiacchiere.
Le seconda è che se non vi siete ancora accorti di essere voi stessi la principale causa dello sfacelo materiale e spirituale in cui vivete, siete perduti. Dunque accorgetevene in fretta. Perché nessuno di voi, di noi, cari italiani, risorgerà dopo tre giorni.
A presto.