Per non so quale Dio, per un futile premio

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Per non so quale Dio, per un futile premio

Saint Quentin Fallavier, 30 km da Lione, Impianto di gas industriale Air products, 9.50 di ieri, 26 giugno 2015. Yassin Sahli vi entra con l’idea di far saltare lo stabilimento. Non vi entra sparando, non incontra resistenza: vi entra con il badge, come se fosse lì a fare una delle sue solite consegne. Sceso dal veicolo corre alle bombole di gas del deposito per incendiarle. E lo fa. E prima di questo aveva pensato di decapitare il suo datore di lavoro e di appenderne la testa alla recinzione dello stabilimento, e lo aveva fatto, lungo la statale 3d311.

Leego, Somalia, 130 km a sud di Mogadiscio. Sempre il 26 giugno, ieri. È l’alba quando un’autobomba si scaglia contro la base delle truppe di peacekeeping dell’Unione africana provocando 50 morti ed ancor più feriti. A pensare la strage i miliziani di al-Shabaab. Che non hanno esitato a compierla.

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Hotel Riu Imperial Marhaba di Port El Kantaoui, nei pressi di Sousse, Tunisia. Tre uomini hanno estratto il kalashnikov dall’ombrellone come il coniglio dal cilindro, che era un coniglio nero, che non ha disseminato altro che morte, sofferenza, terrore. Sono arrivati dal mare ed hanno stritolato 38 turisti come Porcete e Caribea Laocoonte. La loro colpa l’opposto: non essere stati veggenti.

Kuwait City, moschea di Al-Imam al Sadeq. È in corso la preghiera del venerdì. Un uomo prega non so quale Dio facendo esplodere una cintura esplosiva che porta addosso, e sono 27 le anime che scaglia nella Jannham o nelle Janna per 72 vergini dall’altezza dello stesso numero invertito in cubiti (27) e trasparenti fino a vederne il midollo. Eternamente giovani, dai seni larghi e tondi che non pendono. Che messe insieme non varranno la metà di un solo sorriso che hai spento.

A presto.

Edoardo Varini

(27/06/2015)

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