«Stiamo dando l’immagine che prevale l’interesse economico che la Francia ha in Libia rispetto ai valori dell’Unione Europea». Questo il parere del candidato leghista alle europee Angelo Ciocca.
di Edoardo Varini
È dal 4 aprile scorso che le truppe guidate dal maresciallo Khalifa Haftar, note con la sigla LNA, stanno marciando verso Tripoli, la capitale della Libia, dove ha sede il fragile governo riconosciuto dalle Nazioni Unite e dall’Italia, guidato da Fayez al Serraj.
Haftar parla di «far spalancare il terreno sotto ai piedi all’oppressore», che a parer suo è Seraj. Ma non è questo il parere delle autorità internazionali, e nemmeno il parere ufficiale della Francia: allora perché il premier dell’unità nazionale di Tripoli accusa Macron di sostenere Haftar? Perché la Francia non ha approvato la bozza del documento Ue che condannava ufficialmente l’avanzata del generale e del suo esercito? Forse perché gli affari italiani in Libia con il governo di Tripoli stanno andando a gonfie vele e la Francia vuole ad ogni costo riprendersi i pozzi petroliferi a costo di una guerra civile?
Così la pensa anche il candidato alle Elezioni europee Angelo Ciocca, le cui parole mi sento di sottoscrivere convintamente.
«Stiamo dando l’immagine che prevale il valore del petrolio, l’interesse economico che la Francia ha in Libia rispetto ai valori dell’Unione Europea. Perché su un fatto così grave Moscovici non si permette di aprire bocca contro la Francia? La soluzione in Libia non possono essere i missili e i carrarmati, purtroppo per qualcuno lo è. Non riusciamo a tenere a lungo in una situazione di questo tipo senza l’Europa, per questo mi auguro che il 26 maggio ci possa essere un’Europa amica dell’Italia e collaborativa con l’Italia».