Ragazzi, è tornata la voglia di borsa! Preparate il carro per la Luna!

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Ragazzi, è tornata la voglia di Borsa! Preparate il carro per la Luna!

Ragazzi, nel mondo finanziario e nella sempre un po’ meno sterminata platea di quelli che “c’hanno dei soldi da investire”, è di recente tornata di moda una parola il cui significato pareva ormai talmente lacunoso e corrotto da doversi – per intenderla – ricorrere alle astruserie interpretative dei filologi. Questa paroletta è “Ipo”, e sta per “Initial Public Offering”, che significa “Offerta pubblica iniziale”: prima, iniziale offerta di titoli societari su un mercato regolamentato, quel che solitamente chiamiamo “borsa”.

Tra le aziende sbarcate a Piazza Affari da inizio anno e quelle che lo saranno a breve (Fineco, Fincantieri e Cerved) la raccolta complessiva ammonta a più di 2,8 miliardi: se va avanti così supereremo i 3,7 del 2007, l’anno che la bolla dei prezzi di borsa ebbe la circonferenza maggiore, l’anno che l'”effetto Marangoni” da Pavia non bastò più a stabilizzarne la tensione in fin che l’iridescente superficie curvilinea esplose, e che quando esplose si trovarono tracce di acqua e sapone anche sulla Luna.

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Ora, a meno di non credere d’essere Astolfo e di poter andare a ritrovare il valore del proprio investimento perduto sul lirico satellite a bordo del Carro di Elia («Quattro destrier via più che fiamma rossi / al giogo il santo evangelista aggiunse; e poi che con Astolfo rassettossi, / e prese il freno, inverso il ciel li punse») sarà bene non farsi prendere – come pur sempre in verità è avvenuto e come pure questa volta per certo avverrà al sedicente homo sapiens – dalla stolta euforia dell’onda, che ben sappiamo avere il solo destino della fragorosa ricaduta.

Ma perché mai tutto questo affollamento alla quotazione proprio ora che i listini sono alle stelle? Non è che qualcuno vuol far cassa? Quel minimo di filantropia che mi è rimasto mi indurrebbe e induce a chiedere all’investitore (poiché in effetti il risparmiatore è stato fatto a brandelli da decenni di strategica “educazione finanziaria”: quanto ha ragione Massimo nel suo pezzo odierno!) se per caso ha notato che la maggior parte delle aziende quotatesi nel 2014 ha perso valore.

Quotarsi in Borsa è vendersi. Conoscete molti che vendono l’oro a buon prezzo? E tuttavia, per vendersi per la prima volta in borsa (perché questo è un’Ipo, l’abbiamo detto) ci sono due modi, che aiutano a comprendere se le probabilità di convenienza dell’acquisto siano più o meno invitanti.

Il primo si chiama Offerta pubblica di sottoscrizione (Ops): significa che le azioni sono nuove, si cercano capitali nuovi da investire.

Il secondo si chiama Offerta pubblica di vendita (Opv): significa che le azioni vendute sono già in mano di azionisti, che se ne vorrebbero disfare.

Vedete voi.

A presto.

Edoardo Varini

(18/06/2014)

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