Sette del mattino, campo da baseball, repubblicano a terra
Sono le 7 del mattino di mercoledì, su un campo da baseball ad Alexandria, in Virginia, vicino a Washington. I giocatori in campo sono un po’ vecchi, perché non sono giocatori, sono i deputati ed i senatori repubblicani che si stanno allenando per non fare una figuraccia alla tradizionale partita di domani al Natonal Park, contro i deputati e senatori democratici. Una partita che si gioca del 1909.
Il deputato repubblicano della Florida, Ron DeSantis, se ne sta andando dal campo. Viene avvicinato da un uomo bianco con i capelli neri, tra i 40 e i 50 anni, sopra i jeans una maglietta blu. Gli chiede se ad allenarsi siano democratici o repubblicani.
DeSantis risponde «I repubblicani». E quando l’uomo con i jeans e la maglietta blu ricompare lo fa imbracciando un fucile semiautomatico e comincia a sparare. Si vede che i repubblicani non gli stanno simpatici. Colpisce all’anca Steve Scalise, 51 anni, Capogruppo alla Camera, un suo assistente, due poliziotti, un’altra persona.
Un secondo assistente di Scalise si sfila la cintura e la usa come laccio emostatico per fermare l’emorragia del deputato, che se è ancora in vita, in condizioni stabili, è per quel gesto.
Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, twitta: «Il deputato Steve Scalise della Louisiana, un vero amico e patriota, è stato gravemente ferito ma si riprenderà completamente. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con lui».
C’è chi dice che l’aggressore sia stato ferito e catturato e c’è chi aggiunge che è morto. Curiosa questa incertezza ad ore ed ore di distanza da un evento capitato nella terra dei media.
Steve Scalise è uno strenuo sostenitore del bando presidenziale contro l’ingresso di immigrati da sei paesi musulmani.
Diranno che l’aggressore è, oppure era, uno squilibrato. Può essere. Quel che però ho notato è che nelle istituzioni si è sviluppata la tendenza a non ammettere la matrice islamica fuorché nei casi in cui è inevitabile.
Qualche anno fa accadeva il contrario. È la cosa che più fa riflettere. Sono gli effetti della paura. Non gridi «Al lupo, al lupo» a vanvera quando hai i lupi intorno.
A presto.
Edoardo Varini
(14/06/2017)