Tra indignate biancovestite, rassicurazioni e fatal quiete
Il problema pare sia stato la bocciatura del terzo emendamento, quello sulle quote 40% di donne e 60% di uomini per i capilista. Pare sia stato questo a fare inviperire le biancovestite deputate del Pd. Ma di biancovestite, nell’emiciclo di Montecitorio, ce n’erano in tutto 90, che nella Smorfia napoletana fa “‘a paura”. «Cornuti malefici!» ha inveito ai propri compagni una Rosaspina, e una sua sorella di battaglia ha replicato lì accosto: «Mi fanno schifo», e un’altra ha saputo dire di peggio ancora. Il risentimento allo stato puro, la lesa maestà.
Sarà per il mio spirito giacobino che io no, non avrei rincorso le deputate fuggiasche in segno di protesta contro la mancata approvazione dei tre emendamenti per la parità di genere entro quella legge elettorale che è ancora più grossolana nell’essenza che nel nome, “Italicum”. Un nome in latinorum che ti fa venire in mente due sole cose, una cosa tragica e una cosa pallosa: la seconda solo se da ragazzo ti piaceva la storia. La prima cosa, quella tragica, sovviene a tutti quelli della mia generazione e delle precedenti ed è l’Italicus, il treno della strage del 4 agosto ’74. La cosa pallosa, che torna alla mente soltanto ai secchioni, è il Capitulare italicum, la raccolta di leggi emanate dai sovrani carolingi per il regno italico. Ma il fatto è che proprio non ti viene in mente una legge elettorale efficiente, e il triste è che il nome l’hanno scelto bene.
Quando sento parlare di parità fra i sessi – perdonatemi la pressoché irriferibile scorrettezza culturale e sociologica, e antropologica e politica, e finanche religiosa e chi più ne ha più ne metta – mi viene l’orticaria, considerando le differenze la ricchezza del mondo. Aborro la parità in ogni cosa, perché alla fine porta a quel che in fisica meccanica viene chiamato “equilibrio statico”, quello in cui il sistema è in quiete. Che troppo assomiglia alle mie orecchie oggi, come sempre, financo da bambino, all’altra quiete, quella fatal di Foscolo.
Tutti oggidì propugnano la quiete. Ad iniziare dal neoministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che da Bruxelles rassicura l’Unione Europea semplicemente asserendo che il cuneo fiscale sarà ricoperto con riduzioni di spesa. È proprio una fiaba ormai la politica economica, dove se azzecchi le formula ti si schiudono i forzieri, ti si risvegliano le belle, ti si ammanta di arcobaleni il più cupo tenebrore… E poi Padoan ha detto altre due verità pregnanti: «che i risultati saranno crescenti» e che «bisogna iniziare subito». Non so, io fatico a fingere interesse…
A presto.
Edoardo Varini
(11/03/2014)