Una dannata, per quanto democratica, inazione

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Una dannata, per quanto democratica, inazione

Due navi da sbarco russe hanno scaricato lo scorso 20 agosto blindati BTR-82A APC con cannoni e mitragliatori nel porto di Tartous, il secondo della Siria, la Tortosa delle crociate. Ad accompagnare i blindati un reparto di fanti di marina, quelli che se fossero stellestrisce chiameremmo marines. No, meglio. Non fanti di marina qualunque, gente più addestrata, più determinata, più attrezzata: quelli che se fossero stellestrisce chiameremmo Navy Seals.

La Siria è il convitato di pietra di Obama, che lì non ne ha sbagliata qualcuna, le ha sbagliate – e continua a sbagliarle – tutte. Ed ora sta a chiedere a Bulgaria, Turchia e Grecia di proibire ai jet cargo russi di sorvolare il loro spazio aereo. Cioè dovrebbero fare loro, i pesci piccoli, quello che il pesce più grosso del mare non ha il coraggio di fare: la voce grossa.

La voce grossa Obama la fa con lo Stato islamico, con il Califfato del terrore, ma con quello la voce grossa è poco. Quel che fa Barack Obama è sempre il compitino minimo che tanto piace alla democrazia ma che è perfettamente inutile alla storia.

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Ancora a raccontare che si possa vincere combattendo la guerra in Siria e in Iraq con i droni. Ancora a guardare più i sondaggi che le pallottole che ti stanno sparando addosso. Perché tanto non le sparano proprio a te. Perché tanto il sangue non è il tuo.

La reporter che sgambetta i profughi ci fa giustamente inorridire: ma quella è pazzia. Ogni razzismo è pazzia. Quella cosa si combatte con repressione, medicine e cultura, esattamente in quest’ordine.

Il terrorismo islamico non giudica i vivi. Conta i morti. E tra l’una cosa e l’altra c’è solo volontà d’azione. La cultura è inservibile. Gli va contrapposta un’azione non uguale ma superiore e contraria. Ma non è ancora chiaro?

Il problema è che azione e democrazia sono antitetici. Quando la minaccia è assoluta l’antitesi si riduce. Quando la minaccia è relativa la democrazia alimenta con la sua caparbia e stolta inazione le fiamme dell’Inferno sulla Terra.

A presto. 

Edoardo Varini

(10/09/2015)

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