L’uomo mascherato e il suo panciotto
Un uomo mascherato su una duna non è un supereroe. I supereroi non vanno mascherati in spiaggia. Ci vanno a tempo debito, dopo una salvifica missione, con le loro girlfriend dalle code di cavallo basse e cotonate calcate dal cerchietto.
Un tipo mascherato sulla spiaggia, senza la sua bella, può essere due cose: un marziano o un ladro. Un ladro però non si ferma a salutare. Questo ha pensato domenica chi passeggiava sulla battigia di Marina di Bibbona. Chi vede oggi le foto invece non pensa più: «Sembra un marziano», perché intorno a The Phantom scorge altre tute di gente che lo attornia. E che ci parla. Chi vede le foto oggi pensa a una devastazione, pensa a sopravvissuti, pensa che il nome dell’uomo mascherato sia Hiroshima, come nel film di Resnais.
Il ridicolo è che stavamo a vedere se una certa battuta un po’ troppo informale di questo o quell’azzimato leader potesse intaccare la credibilità nazionale ed ora fronteggiamo l’improbabile, quell’improbabile che Bersani descrive con autentico, ansioso stupore: il leader di un terzo dei parlamentari che si presenta in riva al mare mascherato.
Lo smacchiatore dei giaguari: «lo dico a lui che gioca a fare l’uomo mascherato, io non apro tavolini e non sto qui a scambiare le sedie. Ha un movimento che ha un terzo dei parlamentari, decida che vuole fare altrimenti andiamo tutti a casa, anche lui». È una verità, che d’ora in poi rincorrerà la nuova star della politica italiana più dei cronisti davanti all’hotel Universo.
Eppure penso che di credibilità l’Italia non ne abbia persa un grammo, forse, probabilmente, ne ha guadagnata. Descrivere le cose come stanno («In realtà l’Italia è già fallita. Fra un anno non avremo i soldi per pagare le pensioni e gli stipendi dei dipendenti pubblici. C’è poco da salvare») è assai utile alla credibilità.
Lo dimostra un recentissimo rapporto della Deutsche Bank, che pur ammettendo che: «un governo stabile e favorevole alle riforme è molto improbabile», riconosce che di fatto la ricetta del risanamento basato sull’austerità era già fallito e che «ci sono due potenziali vittime delle elezioni italiane, la Bce e la Germania». Se solo la si smettesse di ripetere frasi fatte incomprese e si ragionasse sulle cose, sulle cose economiche, si capirebbe che il vero baratro l’avevamo davanti al naso prima di Grillo, quando si fingeva che esistesse un bene della nazione diverso da quello dei suoi cittadini, che rigore dei conti e morale fossero la stessa cosa, che per non sentire il pianto della disperazione per strada bastasse tapparsi le orecchie.
Queste cose, sono finite, e sono finite grazie a Grillo. Il balzo in avanti che ha fatto l’Italia è difficilmente percepibile, nella sua dimensione, al momento. È un salto quantico: ci vorrà del tempo.
Accusano Grillo di provincialismo perché parla solo con i media stranieri, e non sarò certo io a negarlo: ma il provincialismo è male? Se così fosse Genova per noi sarebbe una brutta ed impoetica canzone.
«La prima mano, onde il grande incendio s’accese, fu quella di un picciol ragazzo», recitavano i manifesti sui muri genovesi all’indomani dell’insurrezione contro le truppe austro-piemontesi del dicembre 1746. Il “picciol ragazzo” che scagliò il sasso per primo, la “prima mano”, si chiamava Giovan Battista Perasso, detto Balilla. Beppe è stato il primo a lanciare il sasso. È una cosa importante, e l’ha fatto con una mira da fare spavento.
Come Balilla, dicevamo, e come un altro «ragazzotto montanaro, con la faccia a mela», quello di Ultimo viene il corvo di Calvino. «Se il ragazzo non ci svegliava coi suoi spari!», dissero i suoi compagni. E così dovremmo dire noi. Non è una cosa da poco svegliare. Il gallo annuncia la luce, è simbolo di resurrezione. Ed è dalle macerie che si risorge. Sempre.
Le macerie non le ha fatte Grillo, né figurate né reali, in questo paese in cui crollano i palazzi del centro, per davvero, come a Napoli, Riviera di Chiaia, ieri alle 10 del mattino. Un testimone racconta:«Prima è venuta giù la parte di sopra e poi si è sbriciolato tutto il resto. Ho sentito un boato, come se fosse una bomba e le urla disperate della gente».
Ecco, il boato politico l’abbiamo sentito nell’Italia intera. Ora chiederei a Grillo di togliersi la mano dal panciotto e di iniziare la pars construens. «Mai fiducia ai governi politici» è una fesseria colossale.
“Riviera di Chiaia”: “chiaia” è “playa”, spiaggia in catalano. Non so se sapete che Victor Frankenstein, lo scienziato creatore del mostro, è nato qua. Nell’immaginazione di una donna, Mary Shelley. Una donna che si figura un marziano lungo il mare. Come ieri a Marina di Bibbona. Non è una profezia, ovviamente: è un monito.
A presto.
Edoardo Varini
(05/03/2012)