Attimo sottile
Pulsano le braccia accostate agli orecchi
e gl’occhi semichiusi filtrano le luci
con nodi strani e strisce bianche tra le ciglia.
Tessuto caldo è vetro sugli zigomi
e ferro batte contro la carne e le vene rigonfie
formicolano.
Siamo qui, tutti noi, uno nell’altro,
come sorprese. Siamo tutti qui
in quest’attimo
attimo sottile
e la pioggia è già lontana
che neanche l’asfalto brilla più.
Siamo qui
e goccia su goccia si riempie il catino,
binario accanto a binario scorrono le carrozze,
fremito a fremito si stringono le prime maglie.
L’aria è fresca fuori di qui
la gente respira, gente mia scura, fuori di qui.
Non poter dire, non poter dire.
Rumori, piccoli dolori, stanchezze. L’effetto del vino.
Siamo qui e non ci dispiace, tutti noi,
uno nell’altro, grandi come chiese silenziose
***
La torre
(W.B. Yeats)
[…]E io stesso ho creato Hanrahan
E l’ho fatto uscire ebbro o sincero nell’alba
Da un qualche luogo delle case vicine.
Irretito dai malefizi d’un vecchio
Incespicò, capitombolò, brancicò qua e là,
E n’ebbe in compenso le ginocchia rotte
E un orrendo splendore di desiderio
Andate, dunque; ma lasciate Hanrahan,
Poiché ho bisogno di tutte le sue possenti memorie.
Vecchio vizioso con un amore in ogni vento,
Evoca da quella tua profonda mente sagace
Tutto ciò che hai scoperto nella tomba,
Perché di sicuro tu hai
Calcolato ogni imprevista, cieca
Caduta, allettato da un occhio suadente,
O da un tacco o un sospiro,
Nel labirinto d’un’altra creatura;
Si sofferma di più la fantasia
Sopra una donna avuta o una donna perduta?
Se sopra la perduta, ammetti che tu ti scostasti
Da un grande labirinto per orgoglio,
Codardia, qualche sciocco pensiero troppo scaltro,
O quel che un tempo si chiamò coscienza;
E che se il ricordo, ricorra, il sole
Entra in eclissi e il giorno è cancellato.