Il Conte di Montecristo, L’Ultimo Imperatore e Il Senatore Bailey: Lor Privacy…

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Odio talvolta – meglio, spesso – quei topos che, peraltro volenti o nolenti, restano facenti parte di un tutto e “proverbiale” vocabolario, assunto per consuetudine e adusato, nonché abusato, quando si è dal panettiere, dalla parrucchiera, negli ascensori e chissà dove ancora!

E ora devo qui, ahimè, utilizzarne uno – che cercherò ovviamente di camuffare in “alto pensiero” –, ma davvero ho la sensazione che un mutamento epocale ci stia pervadendo e del quale forse non nutriamo ancora netta consapevolezza.

È tuttavia innegabile che Facebook, Twitter e social network cantando abbiano compiuto un’irruzione totale nella nostra vita.

(e chi è senza peccato, lo resti!)

Ne avevo già accennato, ma molto trasversalmente, in un precedente scritto.

Vorrei soffermarmi meglio.

Se usate Twitter e siete schiavi del Tweet e Ritwitt compulsivo, prestate attenzione – dicono – giacché i ladri potrebbero approfittare con semplice arguzia (neppur destrezza!) delle vostre uscite e entrate da casa.

Soprattutto apprendere quando state per rientrare e così dileguarsi in perfetta contemporaneità al vostro ritorno, persino omaggiandovi di mai sempre più che ossequioso saluto!

Ma non è questo – già assai pernicioso, alquanto fantasioso – il solo lato oscuro della faccenda.

Tutti sanno dove siamo, cosa facciamo e in più che diavolo pensiamo.

Se poi abbiamo qualche malessere, il conforto altrui è la miglior medicina!

Signori, che poesia! E persin questo è ancor nulla…

Mi sono voltato indietro allora.

E il fatto mi ha terrificato… e non poco.

Tal certa cinematografia – ma anche letteratura più o meno datata e qui sto pensando per esempio a uno scritto di Alexandre Dumas, un po’ caro a tutti e col quale ci siamo strapazzati gli occhi in età giovine e forse non soltanto – giocata magistralmente su “assenze”, “trasformazioni” (appunto il Conte di Montrecristo, “fattosi” prima abate Busoni, poi lord Wilmore o invece una più aulica opera filmica, quale “La doppia vita di Veronica”) e via dicendo, come avrebbe oggi occasione di sopravvivere?

Edmond Dantès sarebbe lì a twittare:

«Ora mi travesto da lord Wilmore, vado a casa dell’armatore Morrel, gli offro una dilazione di pagamento per i suoi debiti e lo salvo dalla ban» …

«Azzzzzzzzzzz… -2!… Cavolo! Ho già superato i 140 caratteri! Aspetta: tolgo “armatore” che sono otto caratteri; il “dell’” può così diventare “di”, in modo che ‘sto diavolo di “bancarotta” (dieci caratteri e meno male che è “rotta”, ma non si può abbreviare!) ci stia tutto e così ci sia spazio anche per un bello smile!».

Insomma, una situazione parossistica, simile al primo Tremonti in imitazione di Corrado Guzzanti: “Porca putt… porca tr… un Euro, etc”.

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E allora, il quesito di cui sopra, varrà anche a dire che non ci saranno più senatori Bailey, nei film?

Forse, ora, i più saranno a domandarsi: «Chi è questo fantomatico senatore Bailey?»…

E stessa cosa si chiedeva il Noodles di Robert Deniro di “C’era una volta in America”.

E dunque l’emozione provata nel rivedere il volto di Max (un irriconoscibile e mai più veduto James Woods, oggi “impiegato” a fare lo squallido, nonché assai poco credibile, Shark!), dietro quella finestra socchiusa, dopo trent’anni di “sparizione”, potremo ancora provarla?

La musica, struggente e meravigliosa insieme, del Maestro Ennio Morricone, ad accompagnare Noodles in quella telefonata a Fat Moe, che sapeva di questua testamentaria, prima dello stra-famoso “Sono andato a letto presto”, come suonerebbe oggi su un “Sono stato a twittare tutte le sere”?

Rimpiango, sì dunque, la magia di un’assenza, di un vuoto – di memoria e affetti – cui soltanto e semplicemente il caso poteva e può concedere un riaffiorare.

In modo tremendo e quasi inesprimibile; medesima foggia ha il rimpianto.

Se poi devo anche leggere le avvertenze sul come evitare le “ire funeste” di tal Jack Dorsey (il fondatore appunto del famigerato social network, che a suo dire “non è più soltanto un social network”), per evitare la cancellazione del proprio account di Twitter (provvedimento definitivo!), giacché ciò potrebbe portare alla distruzione di “un impero creato in tanti anni di lavoro” (l’impero sarebbe la schiera di follower!, ohibò che disgrazia!), anche l’Ultimo Imperatore come avrebbe giustificato al mondo la sua Second Life di giardiniere?

Se poi devo anche apprendere – oltre un Galateo Twittico, migliore di cento netiquette – che  soltanto elette e fiere intervistatrici non fanno ceretta (con sommo vanto), prima di andare a intervistare Rocco Siffredi (perché probabilmente il microfono “tradirebbe” il pelo furtivo?), ma, al contempo, pubblicando foto della propria casa e inquadrando un libro dello stesso Rocco, contornato da simboli fallici, mi rendo conto io stesso di invadere una privacy altrui e in maniera letale e forse quasi illegale…

Ognuno può vantarsi di ciò che meglio crede e la misura della sua stima non è né il pene (come si usava magari fino a pochissimo tempo fa e qui Elio fa ancora scuola!), né tantomeno il numero di follower, veri, finti, amici sole o avatar che siano, ma soltanto la forza della presenza e dell’assenza, distribuita in giusta e saggia dose (Benedetta Parodi docet anche qui, no?).

E se infine mi tocca anche di rivolgere un pensiero a tutti quei miei amici che ai varî Natale, compleanno, ricorrenze (da me dimenticate) avranno speso almeno 500€ (meno male, non cadauno) per regalarmi quelle copie – talvolta doppioni – opera di un notissimo “scriba”, il quale poi, gratis e su Twitter ovviamente, mostra il meglio di sé e di sua saggezza, con una semi-sentenza: «The best way to be original is to be yourself».

Lo buttassi in pasto al mostro io stesso, non mi considererebbe alcun umano, anzi ne sarei certamente schernito, con qualche “citazione” (par d’essere giunti alle soglie d’un Giudizio Divino!), stile «Occorreva un vero Alchimista» e tanto di pernacchia.

E allora e ancor più e davvero, al fine di una giornata così, mi dico…

«Signori… davvero… cosa penserebbe di tutto ciò il senatore Bailey?»

E allora lo rimpiango, eccome!…

Ci ho messo tre volte per capire tutto il film (e sottolineo con dovizia e vanto il “ci ho”) e per supporre che decidesse di gettarsi nel tritarifiuti del garbage truck, nel suo ultimo trick.

Non ammetterei che qualcuno me lo anticipasse… mai!

Sì, ora invece ammetto un altro fatto: continuerò a usare Twitter, giacché in fondo mi diverte e per quel quasi perverso “gusto curioso” che alberga in ciascuno di noi, e questo pezzo, appena sfornato, sarà sicuramente “twittato” anch’esso… ma la faccia allo specchio oserò metterla ora o dopo trent’anni di sparizione, se ancor sarà concessa?

Dunque venite, accorrete gente!

Niente paura.

E potrete ammirare Emilio Fede raccolto in preghiera, stile Mission

Severgnini in versione Arrivederci Ragazzi.

Rocco Papaleo in stile Mamma, ho riperso l’aereo

Bersani tanto formato Gassman, ma non si sa perché rida…

Non mancheranno la Littizzetto in stile Chi lo ha visto? (forse il caro amato Walter?)e Beppe Grillo… beh, questo non ve lo dico, merita lo guardiate da soli, come si trattasse quasi di entrare in un Sancta Sanctorum!

But always, all about… Tweet and Shout!

Valerio Peracchi

www.fibonacciwaves.it

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