Greta, Vanessa ma anche Carolina

di Paolo Rossi

Per non farci mancare niente il pancione dell’italiano medio è stato stuzzicato a dovere dalle vicende di queste tre donne.

Le prime due, come sappiamo, sono state rapite a luglio in Siria e rilasciate la settimana scorsa dopo lunghe e laboriose trattative. Sembra dietro pagamento di un riscatto non meglio quantificato. Sulle due ragazze sono state versate tonnellate di contumelie molte delle quali squallidamente sessiste, che seguivano quelle versate all’epoca del loro rapimento, dai milioni di soloni da divano.

Va detto che i contorni della vicenda sono poco chiari: non si capisce a nome di chi e a fare che siano andate in Siria (ai tg intervistavano un pizzaiolo siriano che avrebbe fatto da tramite), perché non abbiano avvisato le autorità italiane, chi le abbia effettivamente rapite, se milizie islamiste o banditi comuni; nella guerra siriana la galassia delle fazioni è abbastanza imperscrutabile, come da tradizione nelle guerre mediorientali, remember Lebanon.

Sarebbe opportuno conoscere meglio tutti i dettagli (tutti? Diciamo qualcuno in più) prima di emettere un giudizio definitivo.

In ogni caso il dilemma vero rimane sul campo: in caso di rapimento si tratta o non si tratta con i rapitori? E, nel caso, si paga?

Gli inglesi sono per l’intransigenza assoluta e accettano che i loro ostaggi vengano sgozzati da boia inglesi e la loro fine filmata a beneficio della folle esaltazione dei seguaci. Oppure che diventino strumenti di propaganda nelle mani del califfato per esaltarne le doti di buon governo. Gli americani tentano di liberarli, spesso facendo in modo che muoiano assieme ai loro carcerieri.

L’Italia sarebbe in grado di sopportare a ciglio asciutto il martirio dei suoi ostaggi? Se si impegna forse si, un buon allenamento è stato fatto con Aldo Moro.

Nel caso si decidesse di trattare c’è chi sarebbe più meritevole di essere salvato a dispetto di altri? Per semplificare brutalmente: il giornalista Quirico e Padre Dall’Oglio si, Greta & Vanessa no, Giuliana Sgrena mah?

E veniamo a Carolina.

La sua vicenda è all’acqua di rose rispetto a quella delle due ragazze lombarde. Carolina Kostner è stata squalificata per un anno e mezzo perché riconosciuta responsabile di aver in qualche modo coperto le malefatte dell’allora suo fidanzato, la medaglia d’oro olimpica a Pechino 2008, Alex Schwazer pescato, alla vigilia della 50 km di marcia di Londra 2012, ripieno di epo come non mai.

Lui ha confessato in lacrime di aver fatto tutto da solo, senza che allenatore, medico federale, dirigenti della federazione e fidanzata se ne accorgessero. La magistratura di Bolzano ha reso in poco tempo evidente l’enormità della palla raccontata dal buon Alex. Il quale si è preso i suoi bei 4 anni e passa di squalifica sportiva e ha raccontato un po’ meglio le cose; tanto che il pm di Bolzano decide di sentire 65 (sessantacinque) atleti italiani di vertice.

La colpa di Carolina è di aver detto agli ispettori della Wada (Agenzia Mondiale Antidoping) che Alex quella mattina che sono andati a cercarlo, in casa di Carolina a Obersdorf in Germania, per un controllo antidoping a sorpresa, non c’era. Per le norme antidoping un tesserato che non è presente ad un controllo a sorpresa, come Schwazer, compie una violazione grave; se un tesserato, come Kostner, agevola questo tipo di gherminella, passa guai. La norma è chiara. Quindi, Carolina si è presa la sua squalifica. Avrà modo e tempo di far valere le sue ragioni.

Come al solito il popolo del Web si è diviso acriticamente tra i misogini fustigatori di Carolina Kostner e gli agiografi. Spesso gli argomenti portati a sostegno di entrambe le posizioni rasentavano il puro nonsense.

Tutto questo mi conferma nella convinzione che molte discussioni sui siti dei giornali e sui social, siano simili a quelle che una volta si accendevano al bar, corroborate da alcuni bicchieri di amaro o grappa. A differenza del livore perenne ed anonimo delle discussioni on line, in quelle, ad un certo punto, qualcuno deviava dal seminato introducendo argomenti, altrettanto divisivi, ma sui quali tutti avevano un minimo di conoscenza diretta: futbal e figa.

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