Ecce Italicum

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di Paolo Rossi

Se il presidente Mattarella firmerà, come sembra, finalmente concluderà la sua corsa il treno della legge elettorale. Come ovvio nella più completa gazzarra isterica delle forze politiche.

Opposizioni che lasciano l’aula al momento del voto, fa più figo che votare banalmente no ad una legge che non piace.

Grida di fascismo e dittatura lanciate senza da chi sicuramente non li ha vissuti direttamente o quando li hanno spiegati a scuola erano in qualche bar a giocare a biliardo. Minoranze PD sull’orlo di una crisi di nervi: voto sì ma con la faccia schifata, voto no con fiero cipiglio, esco e lancio dichiarazioni roboanti alle agenzie di stampa, mi nascondo in bagno al momento della chiama?

Insomma, quello che nei libri di Camilleri si chiamerebbe tiatru.

Tutti a chiedersi “cui prodest” questa legge elettorale, illustri politologi sono sia a favore che contro con argomentazioni che appaiono ragionevoli.

Molti commentatori notano che nessun paese ha la legge elettorale perfetta.

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Giovedì 7 maggio si vota nel Regno Unito, con una legge maggioritaria pura a collegi uninominali, dove, per ipotesi di scuola, in una competizione con almeno 3 partiti maggiori può capitare che uno di essi vinca tutti i collegi con il 33,4% dei voti. Si prenderebbe praticamente tutto il parlamento con un terzo dei voti raccolti fra quelli che hanno votato…

Qui si grida alla dittatura per molto meno. Per un premio di maggioranza che scatta al superamento del 40% dei voti raccolti e che darebbe 340 deputati su 630. E che permette a partitini residuali che ottengono solo il 3% di entrare lo stesso in parlamento. La Dittatura della Maggioranza, si tuona. Certo per un sistema politico abituato alla dittatura delle minoranze è un vero salto nel buio.

Bersani, che dichiara che il dissenso di 60 deputati su oltre 300 del pd è un dato di cui tenere conto, esprime in maniera potente questa tendenza italiana per cui non conta che siano solo 60, ma che tra quei 60 ci siano Bersani, Letta, D’Alema, Bindi. I voti contano di più a seconda del nome da cui sono espressi? Strano concetto di democrazia. Lo stesso che esprimeva Cuccia dicendo che nelle aziende le azioni si pesano non si contano. Con i bei risultati ottenuti dal capitalismo di relazione nell’economia italiana.

Ma chi esce veramente a pezzi da questa vicenda è il povero Civati. Persona rispettabilissima, di cultura e capace d’ironia. Però è diventato una specie di sor Tentenna.

Sto nel PD. No forse esco dal gruppo. Resto ma sono contrario al governo. Voto no alla fiducia e forse fondo un nuovo movimento. Ma non subito.

Siccome è molto attivo sui social è seguito da un ardente fan club che, come tutti i fan club, è attivissimo. Ho provato a seguire la sua pagina in questi giorni, ma diventava un lavoro totalizzante e i suoi seguaci lo invitano a uscire dal PD e fondare un nuovo (nuovo?) partito di sinistra ma sinistra vera. Se lo farà continuerà la gloriosa tradizione dei partiti di sinistra-sinistra: la divisione mitotica fino all’irrilevanza. Auguri.

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