Osservatorio finanziario n. 26

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di Stefano Masa ideatore e titolare di QuantInvest®

«Italiano? Oh yes, pizza, mafia e mandolino». Così venivamo e veniamo ancora oggi accolti quali stranieri in territorio estero. I tempi hanno però comportato aggiornamenti con attribuzione di nuovi acronimi: non è un caso che talvolta potremmo anche essere riconosciuti come PIGS. Certo, PIGS, ma che fanno guadagnare: questo però non si dice.

Molti sanno a cosa corrisponde l’acronimo PIGS ma è bene ricordarlo brevemente: è un termine utilizzato (generalmente in modo dispregiativo) da alcuni giornalisti per indicare i quattro Paesi dell’Ue (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) che si sono “caratterizzati” per il loro pessimo stato economico nel corso di questi ultimi tempi. Corretto inoltre menzionare che nel corso degli anni questo termine ha rappresentato altri Paesi ma purtroppo nel nostro recente passato è riconducibile ai quattro citati.

Personalmente rispetto ogni essere vivente e quindi, a mio modo di vedere, anche il peggiore dei pigs (e ovviamente gli stessi PIGS) è degno di rispetto soprattutto quando frutta un sacco di soldi al suo padrone.

Mi spiego.

Nei giorni scorsi ho consultato il comunicato stampa relativo al Bilancio della BCE per il 2013 e reso noto anche sul sito della Banca d’Italia

(fonte:http://www.bancaditalia.it/media/comunicati_BCE/com_BCE/2014/200214/bilancio_BCE_2013.pdf).

Dalla lettura dei dati, mi sono stupito (è un eufemismo) di quanto i poveri ed umili PIGS abbiano reso (direi moltissimo e non è un eufemismo) alle casse della loro padrona BCE.

Nel corso del 2013, a seguito del programma Smp (Securities market programme), la BCE ha realizzato interessi attivi netti pari a 962 milioni di euro a fronte di un valore complessivo di 2,005 miliardi di euro. Dei 962 milioni di euro, circa la metà, è riconducibile ai titoli di Stato greci (437 milioni di euro) mentre la restante parte è da ripartire tra gli altri Paesi: di quest’ultima parte – si può dedurre – che gran parte degli interessi maturati siano da attribuire al nostro Paese in quanto la consistenza dei titoli finanziari al 31 dicembre 2013 era così ripartita:

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Fonte: estratto da comunicato stampa BCE presso sito internet Banca d’Italia.

Osservando la composizione del portafoglio titoli, salta all’occhio di chiunque, la scarsa diversificazione del rischio sistemico dei titoli in portafoglio soprattutto per il sovrappeso della componente “titoli di Stato Italia”.

In questi ultimi due anni, il nostro Paese è stato da tutti ricordato, deriso e caratterizzato per il suo “Bunga, Bunga”, la sua incapacità politica di governare, lo spread, il “governo dei tecnici”, la voglia di “essere e fare sempre i furbi” e così via, ma nonostante questo, ha comunque onorato e pagato i suoi debiti sempre, anche e soprattutto quelli di natura monetaria.

Evidenziate queste considerazioni del tutto personali, qualcuno mi può spiegare, preferibilmente con dati oggettivi, quale sia il motivo sottostante a questa precisa scelta di investimento legata al sovrappeso di un Paese che fino a “ieri” e ancora oggi era ed è considerato un PIGS? Come sia possibile che una BCE, e dico la BCE, si prenda un rischio di portafoglio così enorme? Il monitoraggio del loro (eventuale) Risk Manager non ha considerato il VaR del portafoglio titoli?

Esterno queste mie perplessità ed interrogativi proprio perché la dichiarazione rilasciata da Mario Draghi – che di seguito riporto – non mi ha convinto a sufficienza soprattutto in tema di prudente gestione.

Mario Draghi, Presidente della BCE: «Il risultato economico per il 2013 riflette l’orientamento di politica monetaria e il nostro impegno in favore di un efficiente utilizzo delle risorse e di una prudente gestione finanziaria, a fronte delle crescenti responsabilità e dei compiti attribuiti alla BCE».

Arrivederci alla prossima settimana.

Stefano Masa – info@quantinvest.it

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