Osservatorio finanziario n. 36

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di Stefano Masa ideatore e titolare di QuantInvest®

Nei giorni scorsi ho appreso una sconcertante novità. Per alcuni investire nel debito spagnolo equivarrebbe ad assumersi un minor rischio rispetto a quello statunitense. Di conseguenza – posso dedurre – che la Spagna non dovrebbe più appartenere al precedente acronimo PIGS lasciando soli soletti, il Portogallo, noi italiani, e la Grecia. Una sorta di falsa riga della fiaba “I tre porcellini” ed il suo seguito con il cartone animato della Walt Disney dal celebre verso «Siam tre piccoli porcellin, siamo tre fratellin…». Ma tutto questo non è vero!

Già conoscete il mio pensiero e le mie considerazioni personali sull’uso del termine (PIGS) utilizzato da alcuni giornalisti per indicare i quattro Paesi dell’Ue. Non vale pertanto la pena che mi ripeta (v.Osservatorio finanziario n. 26).

La dovuta precisazione che reputo invece doveroso fare è la seguente: la Spagna è migliorata e sta lievemente meglio del nostro Paese, entrambi stanno meglio del Portogallo ed i tre insieme condividono un piacevole “benessere” rispetto alla Grecia. Come ovvio che sia, tutti e quattro i Paesi però non sono assolutamente più “sicuri” o in condizioni migliori della regina a stelle e strisce.

Non sono considerazioni personali, ma semplice consapevolezza sulla base dei dati che il mercato fornisce quotidianamente. Questa “scala di gradimento” deriva banalmente dalla consultazione delle quotazioni dei CDS a cinque anni riconducibili ai singoli paesi ovvero: Spagna 65,50, Italia 87,34, Portogallo 144,38, Grecia 482,20 ed infine gli Stati Uniti a quota 16,69 (*).

I dati parlano chiaro: anche se nettamente inferiore rispetto ai momenti della precedente crisi, il rischio è presente e si paga. Il prezzo per coprirsi dal rischio di default-paese risulta essere superiore per tutti e quattro rispetto agli USA.


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Quale allora la motivazione del considerare la Spagna “migliore” degli USA? Il recente intervento della BCE ha di fatto condizionato i rendimenti dell’Area Euro con la conseguenza di restringere la forbice sia in termini di spread che di rendimento.

Il tasso di interesse sul decennale spagnolo è sceso fino a toccare il rendimento del 2,57% rispetto al 2,60% del T-Bond (analogo strumento americano) e quindi favorendo il risultato semplicistico dell’affermare che a tasso maggiore corrisponde maggior rischio. Ma, come abbiamo potuto dimostrare, ciò non è corretto.

È anche vero che la valutazione della solidità di un Paese non può essere riepilogata con un prezzo derivante dai soli CDS ma che invece si devono quantificare e considerare altri dati come ad esempio il Pil, la disoccupazione, il debito pubblico ed altro ancora. Ma in sede di confronto in termini di “dato contro dato” reputo oggettivamente più attendibile il prezzo del CDS che il rendimento di un titolo di stato.

Fatta chiarezza su questa “falsa illusione spagnola” non ci resta che rassicurare “i tre porcellini” rimasti ormai soli nella casa di mattoni. Potranno attendere serenamente il ritorno del loro amico accogliendolo direttamente dalla porta ma facendo sempre attenzione però a monitorare attentamente il camino della loro casa qualora si presentasse qualcun altro di indesiderato: il Lupo Ezechiele od il più famigerato ed attuale “The Wolf of Wall Street”.

A presto.

Stefano Masa – info@quantinvest.it

(*) Quotazioni al 18 giugno 2014

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