di Stefano Masa ideatore e titolare di QuantInvest®
Molto spesso negli investimenti di tipo speculativo gli eventuali risultati negativi che se ne conseguono sono dovuti principalmente ad un procedimento euristico non del tutto chiaro a chi esegue l’operazione. La mancanza di disciplina nel rispettare alcune regole fondamentali comporta inevitabilmente il soccombere dell’investitore nei confronti del mercato.
Errate convinzioni nell’investitore, come applicare il cosiddetto principio del “mediare al ribasso” il prezzo del titolo appena acquistato oppure la mancanza di un limite alla perdita (cd. stop loss), si tradurranno in una risposta poco efficiente alla gestione dell’operazione con altresì un’amplificazione delle perdite in essere. In questo caso, l’investimento destinato ad assumere un’ottica speculativa di brevissimo periodo (pochi minuti o alcune ore) diventerà un vero e proprio investimento “da cassettista” perché ormai zavorrato da una perdita (inaspettata).
A questo stato dei fatti, lo stesso investitore, non vorrà mai ammettere la propria sconfitta: prima a se stesso e successivamente osservando il suo portafoglio titoli. Qualora inoltre l’investimento non ritrovasse nuovi slanci positivi nei giorni successivi, i tempi di detenzione si allungheranno e le precedenti ore diventeranno giorni, i giorni settimane, le settimane mesi e quest’ultimi anche anni.
Quanto raffigurato accade molto spesso nel mondo degli investimenti ma anche nella nostra vita quotidiana: attraverso il procedimento euristico, la soluzione dei problemi avviene mediante un percorso non delineato a priori da norme ma bensì affrontato nell’immediatezza dei fatti (es.: l’istinto). All’opposto troviamo il procedimento algoritmico, fatto di schemi, funzioni e regole.
Modestamente osservo come l’attuale azione di governo stia incarnando un vero e proprio processo euristico “esistenziale di sopravvivenza”: molto pericoloso perché nel mondo degli investimenti finanziari comporterebbe il cosiddetto “rischio di rovina” per l’investitore.
Nello specifico: abbiamo assistito ad una prima operazione (mediatica) riconducibile ad «una riforma al mese». I mesi sono poi diventati anni (circa tre) attraverso la nuova «agenda dei mille giorni». Il triennio, notizia di ieri, è ormai diventato decennio «abbiamo grandi ambizioni, se faremo le riforme in dieci anni l’Italia sarà il paese guida dell’Europa».
Come per l’operazione di investimento descritta poco sopra, a seguito di una errata valutazione, si sta ormai cercando di “mediare al ribasso” all’insuccesso ottenuto nel breve periodo con un inevitabile allungamento dei tempi dell’investimento (mesi, anni, decenni).
Ad entrambe le situazioni descritte c’è una sola ed unica soluzione: l’applicazione di un semplice stop loss.