Osservatorio finanziario n. 58

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di Stefano Masa ideatore e titolare di QuantInvest®

Della Russia non v’è certezza. Solo troppe coincidenze 

La ferrovia Transiberiana o più storicamente chiamata “la Gran Via Siberiana” conta una lunghezza di oltre 9.200 km. Dimensioni che la identificano come la ferrovia più lunga al mondo. Migliaia di chilometri che attraversano una potenza mondiale o quel che ne resta: la Russia. Il treno Rossiya Mosca-Vladivostock effettua quasi 1.000 fermate durante il suo percorso. Un’infinità. Un viaggio interminabile dove sicuramente avranno molta importanza le coincidenze lungo tutto il tragitto. Le coincidenze – sono e saranno – sempre importanti per il Rossiya Mosca-Vladivostock ma ancor più importanti – sono e saranno – le coincidenze che si sono concretizzate in questi ultimi mesi nel panorama finanziario internazionale.

Coincidenze che partono da un’unica “stazione ferroviaria di partenza” denominata Russia e che potrebbero culminare con un arrivo (magari inaspettato) ad altre (non più ad una sola) innumerevoli altre “stazioni ferroviarie di arrivo”: le moltissime piazze finanziarie internazionali presenti in Europa e nel resto del mondo.

Per organizzare un viaggio è bene individuare le eventuali coincidenze utili soprattutto per un percorso molto vasto da coprire come quello dell’intera Russia. Attualmente ne abbiamo individuate diverse:

  • Al termine dell’anno appena trascorso il ministro delle Finanze russo ha dichiarato una previsione di contrazione del 4% dell’economia nel 2015 ed un deficit di bilancio del 3% del Pil: dati derivanti dal crollo delle quotazioni del petrolio e dalle recenti sanzioni internazionali a causa della crisi ucraina. Tutto questo si può riassumere con: recessione per quest’anno;
     
  • L’agenzia di rating Fitch ha recentemente ridotto il proprio giudizio a BBB- dal precedente BBB ovvero un gradino sopra al cosiddetto rischio speculativo;
     
  • Il petrolio rappresenta la principale fonte dell’export russo e dall’energia prodotta il Paese vive ogni giorno: grazie all’esportazioni la Russia trae il 70% dei propri guadagni, il 50% delle entrate dal budget federale ed il 25% del proprio Pil. Tutta questa produzione di reddito è però storia. Nei prossimi mesi (e forse anni) tutto questo non sarà più così. L’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) ha di fatto decretato in passato quanto gli Stati Uniti d’America saranno protagonisti nel corso di quest’anno grazie allo sviluppo del petrolio da roccia (shale oil). Il primato russo potrebbe di fatto cedere qualche posizione e passare il testimone agli USA e all’Arabia Saudita; un ulteriore discesa dei prezzi del petrolio metterebbero in crisi la Russia come anche molti Paesi emergenti;
     
  • Il dossier Russia-Ucraina rimane ancora aperto e potenzialmente potrebbe rappresentare un costante monito di attenzione ed ansia per i mercati;
     
  • Sia le banche che le società russe hanno impossibilità di ricorrere a finanziamenti all’estero per via delle sanzioni inflitte al proprio Paese: il tutto si traduce in un’economia isolata e limitata ai propri confini.

Coincidenze strutturali al Paese quelle elencate ma che il nostro viaggio dovrà tenerne conto.
Altri tipi di coincidenze devono essere approfondite: quelle di natura tecnica/operativa che i mercati finanziari hanno finora tradotto in numeri:


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  • Nei giorni scorsi il mercato dei CDS a 5 anni ha registrato nuovi massimi a quota 600 punti base portando così a 600 mila dollari il costo dell’ “assicurazione” per un mancato pagamento pari a 10 milioni di dollari in titoli di Stato russi; CDS a questi valori non se ne vedevano dal lontano 2008;
     

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  • Dal punto di vista tecnico il coefficiente di Hurst – calcolato su base settimanale – ha quasi completato il suo ciclo ribassista raggiungendo quota -1 (ci troviamo a -0.95225): negli ultimi anni il raggiungimento di tale soglia ha sempre anticipato pesanti ribassi (media negativa del 25%) sul mercato azionario russo con ovvie ripercussioni sulle altre piazze mondiali;
     
  • Altra coincidenza: lo stallo o temporeggiamento del governatore della Bce Mario Draghi nell’esporre le caratteristiche del QE in Europa. Nello specifico: attualmente un riacquisto di titoli di stato agli attuali valori avrebbe un peso sulle casse della Bce. Viceversa un eventuale crisi innescata dal fronte russo, potrebbe far di nuovo riaffiorare lo spettro degli spreads (v. crisi della Grecia) con conseguente crollo delle quotazioni e – l’ovvio risparmio – per tutti coloro (in prima fila la Bce) che sono interessati all’acquisto di titoli governativi.
     

Tenuto conto di quanto sopra (e di altro che sfugge) nei prossimi mesi (entro giugno sicuramente o forse già entro marzo) l’agenzia di rating S&P si pronuncerà attraverso il proprio giudizio sul Paese Russia (magari portando la nazione sotto il livello “investment-grade”): altra coincidenza?

Probabilmente troppe coincidenze rappresentano e contribuiscono – prima o poi – a fare una certezza.

È obbligo l’invito alla prudenza. La prudenza appunto: forse un’altra coincidenza da elencare subito dopo aver rilevato che ci troviamo di fronte a valori massimi di mercato obbligazionario ed azionario. Altre coincidenze?


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