Osservatorio finanziario n. 6

di Stefano Masa ideatore e titolare di QuantInvest®


Perché non si investe nel lungo periodo? Ovvero perché l’Osservatorio finanziario della Varini Publishing preferisce investire nel breve.

(seconda parte)

Nel precedente intervento ho cercato di fare chiarezza sui significati di “investire/investimento” e dell’associabile cosiddetto “orizzonte temporale di lungo periodo”. Per quest’ultimo caso, l’incognita tempo è stato quantificato attraverso un ammontare numerico annuo pari ad un arco temporale “superiore a dieci anni”: a questa conclusione si è arrivati attraverso la consultazione di una nota di studio di Assogestioni denominata “L’orizzonte temporale nei prospetti semplificati dei fondi aperti” (gennaio 2012).

Giunti a questo punto è necessario attribuire al “lungo periodo” tutte quelle specifiche caratteristiche di investimento ed ovviamente di investitore che più si adeguano a questo “lontano” obiettivo.

Semplificando – anche di molto – la materia ma riconducendomi però all’attuale normativa, generalmente al “lungo periodo” sono associabili tutti gli investimenti il cui rischio corrisponda alla definizione di “alto e molto alto” ed inoltre tutti quelli investitori che hanno caratteristiche individuali (in termini di conoscenza ed esperienza finanziaria, situazione anagrafica e patrimoniale, ecc.) tali per cui un’eventuale ed eccessiva volatilità di breve periodo possa essere “accettata” (con pazienza e fiducia aggiungerei) nel corso degli anni successivi.

Oltre alle caratteristiche individuali, la menzionata Associazione nel corso del suo documento (ed ulteriori pubblicazioni v. “Documento bozza avente come oggetto le Indicazioni operative in materia di rappresentazione del rischio e dell’orizzonte temporale nell’ambito dei prospetti informativi dei fondi aperti”) è andata oltre facendo ancora di più: per meglio definire l’orizzonte temporale ha associato a quest’ultimo un principio che chiamerei di onerosità ovvero l’incidenza complessiva dell’ammontare dei costi previsti dalla soluzione di investimento proposta.

Riporto di seguito la tabella estratta dal documento: 

Fonte: Assogestioni – Nota di studio di Assogestioni denominata “L’orizzonte temporale nei prospetti semplificati dei fondi aperti”
(gennaio 2012) – Tabella per la determinazione del valore medio dell’orizzonte temporale (anni), dati il grado di rischio e le commissioni di ingresso – Caso PIC

E ancora:

Fonte: Assogestioni – Documento bozza avente come oggetto “Indicazioni operative in materia di rappresentazione del rischio e dell’orizzonte temporale nell’ambito dei prospetti informativi dei fondi aperti


A quanto sopra si è poi voluto aggiungere e definire la “quantificazione del grado di rischio” circoscrivendone il metodo di individuazione: attraverso “un fondamento quantitativo rappresentato da metriche di volatilità dei rendimenti potenziali dell’investimento”.

Ecco le risultanze introdotte relative al “grado di rischio”:

Fonte: Assogestioni – Documento bozza avente come oggetto “Indicazioni operative in materia di rappresentazione del rischio e dell’orizzonte temporale nell’ambito dei prospetti informativi dei fondi aperti

Esemplificando il contenuto di quest’ultima tabella, possiamo dedurre che, un investitore che accetti una proposta di investimento caratterizzata da una volatilità annualizzata superiore al 10% debba essere consapevole che quest’ultima caratterizza il rischio dell’investimento attraverso l’etichetta “alto”.

Bene, ora abbiamo un quadro completo di cosa vuol dire investire/investimento e cosa tutto questo possa comportare per le nostre tasche.

Al termine di questo commento troverete del materiale da me elaborato che sarà doverosamente approfondito nel corso del prossimo intervento. Ritengo opportuno anticiparvelo fin da ora motivando questa mia scelta con una breve sintesi: la “scoperta” dei mancati rendimenti da “lungo periodo” è difficile da sopportare soprattutto dopo essere stati ligi al dovere ossia aver rispettato accuratamente tutto quanto previsto dalla documentazione della proposta di investimento: rischio, orizzonte temporale, commissioni di ingresso, commissioni di gestione … e i rendimenti?

Per questa banale voce definita “rendimenti” possiamo per ora affidarci ad un termine (“nuovo”) ma sempre valido e ricorrente – che non viene però scritto – ma per lo più (solamente) detto: “probabilità” o come spesso viene platealmente divulgato in maniera più tecnica e retorica: “Fiducia” che ovviamente “bisogna sempre avere, perchè l’investimento sottoscritto porterà i suoi frutti nel lungo periodo”.

Continua.

Arrivederci alla prossima settimana.

Stefano Masa – info@quantinvest.it

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