di Stefano Masa ideatore e titolare di QuantInvest®
Quando essere un numero uno significa essere più vicini allo zero
In questo intervento ho bisogno di voi. Di un prezioso aiuto attraverso alcuni vostri piccoli sforzi. Ottantaduemilacinquecentosessantuno. Abbastanza complesso leggerlo? Vi chiederete: non era più semplice riportare la cifra numericamente? Ho preferito di no e a breve saprete il motivo. Altro sforzo, portate pazienza: dividete ottantaduemilacinquecentosessantuno per duemilacinquecentoventi. Lascio a voi la scoperta del risultato finale (arrotondato per eccesso).
È lecito chiedersi la ragione di questa complicata redazione testuale di alcune cifre espresse in lettere anziché sotto forma numerica. La risposta è semplice: complicarvi la lettura inizialmente e man mano semplificarvela. Ma tutto questo a quale scopo?
Osserviamo i precedenti dati: la prima cifra, pari a 82.561, conta 35 caratteri. La seconda cifra (2.520) invece soli 23. L’ultima cifra “nascosta” (32,76 arrotondata a 33) ancora meno: una parola di sole nove lettere. Una lettera in meno rispetto a questa nuova parola che vi indico: fallimento. Dieci caratteri. Un numero solo in più ma che fa la differenza. Un solo numero: l’uno.
Il vostro dispendio di tempo ed attenzione (per le quali vi porgo le più sincere scuse) ha di fatto concettualizzato (con vostra lieve fatica) quanto è accaduto in Italia negli ultimi sette anni: 33 fallimenti al giorno per 360 giorni all’anno per 7 anni.
82.561 entità fallite. Oltre un milione di persone hanno perso il proprio lavoro. Più di un (ecco nuovamente il numero uno) soggetto fallito all’ora per ogni giorno (altra unità) degli ultimi 7 anni.
Sono queste le risultanze emerse dal recente Osservatorio Cerved su fallimenti, procedure e chiusure di imprese. Nel 2014 i fallimenti hanno registrato il nuovo record negativo.
Vi chiedo un ultimo sforzo ma rispetto ai precedenti sarà molto più agevole: uno. Una parola di sole tre lettere. Come avrete avuto modo di vedere ancora meno lettere rispetto all’inizio di questo intervento. Ormai è una vera e propria banalità.
Bene con quel numero voglio richiamare la vostra attenzione alla prima parte dell’articolo 1 della Costituzione della Repubblica Italiana: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro».
Quale lavoro? Quale tipo di lavoro? Il lavoro di coloro che ogni ora (una), di ogni giorno (uno), falliscono e per i quali in pochissimi ne parlano?
In Italia c’è un bisogno infinito di ritrovare quanto ci ha sfinito e sta sfinendo: la Repubblica ovvero le istituzioni che vanno a tutelare il primo nostro ed importante articolo della Costituzione. Il primo, l’uno.
Ricordo nuovamente: 82.561, 2.520, 33. Uno.