di Stefano Masa ideatore e titolare di QuantInvest®
Addio al segreto bancario svizzero. Attendiamo prossimi tweet: sicuramente
Siglato ieri a Milano l’accordo tra Italia e Svizzera. Il tutto equivale a “dire addio al segreto bancario” quale elemento caratterizzante (e vantaggioso) per coloro che detenevano i propri averi nei forzieri elvetici.
Da oggi i dati e le posizioni dei “più furbi” contribuenti potranno essere richieste anche senza il presupposto di procedimenti penali in corso: accesso invece automatico alle banche dati a partire dal 2017/2018.
Tempestivamente il premier italiano ha voluto sottolineare (ovviamente a giro di twitter quale mezzo più veloce ed immediato) l’azione compiuta: «Miliardi di euro ritorneranno nelle casse dello Stato. Grazie al lavoro del Ministro Padoan, la nostra promessa è diventata un’azione di governo» e ancora: «Adesso al lavoro per accordi analoghi con Monaco e con il Liechtenstein». Avanti tutta.
Non c’è che dire: la promessa si è fatta azione. Vera, concreta e riscuotibile. Riscuotibile fin da subito grazie all’aiuto della Voluntary Disclosure, procedimento attraverso il quale, entro il prossimo 30 settembre si potranno “regolarizzare” le posizioni illegali detenute tra il 2010 ed il 2014.
Consultando le caratteristiche ed il tempismo delle manovra è bene però sottolineare (e soprattutto ricordare) che di tutti i meriti il nostro esecutivo non se ne può fare carico al cento per cento: l’accordo attualmente siglato trova naturale conclusione grazie ai precedenti negoziati partiti già nel trascorso 2012 quale stretta conseguenza del “lontano” Piano Rubik siglato tra Svizzera e Regno Unito, Germania ed Austria.
Senza ombra di dubbio il nostro attuale Governo, attraverso il proprio Ministro Padoan, ha definitivamente concluso l’operazione, ma i meriti ritengo siano da attribuire anche (e soprattutto) alla volontà dei precedenti soggetti istituzionali che hanno voluto (e dovuto) adeguare la propria azione esecutiva in tema di “evasione fiscale” all’intero (e mutato) scenario fiscale europeo.
Sicuramente è un passo avanti concreto e, come già scritto in precedenza, ritengo sia essere un’ottima chance per tutti gli italiani “più furbi” che fino ad ora si sono arrangiati ad aggirare il nostro Fisco.
Sicuramente rientreranno «miliardi di euro nelle casse dello Stato». Sicuramente il budget 2015 del nostro Stato registrerà un saldo positivo alla voce “Voluntary Disclosure” soprattutto rispetto all’attuale cifra indicata pari a 1 euro (valore «simbolico» così è stato definito). Sicuramente al termine di questo programma seguirà l’ennesima tempestiva ed immediata informativa a mezzo twitter. Sicuramente si accelererà sul fronte dei prossimi accordi bilaterali (già il prossimo marzo). Sicuramente si enfatizzerà l’ennesima concretezza dell’esecutivo.
Sicuramente e ancora altri «sicuramente» seguiranno nei prossimi mesi.
In tutta questa “enfasi offshore” mi sarei aspettato però un minimo cenno su quanto migliorerà il nostro Paese a seguito di questi nuovi flussi in entrata. Per ora non è dato saperlo ma sicuramente avverrà. Sicuramente sarà un vantaggio per tutti. Sicuramente le nostre entrate registreranno una vantaggiosa variazione e sicuramente il nostro governo festeggerà.
Sarà tutto sicuramente così proprio come era sicuramente vantaggioso detenere i propri averi in uno dei più vicini “paradisi fiscali” oltre i nostri confini. Sicuramente da oggi potremo accogliere tutti questi “angeli” in fuga dal precedente paradiso dando loro un caloroso benvenuto a questo nostro comune “purgatorio”.
Nell’attesa del prossimo tweet, sicuramente sarà così.