di Massimo Bertani
Di fronte ad un diagramma circolare di flusso reale e flusso monetario è possibile rimanere assorti in pensieri, di una qualche profondità.
La circolarità provoca la tendenza alla ricerca dell’origine e induce a cogliere la monotona ripetitività del circolo come quella di una insulsa infinità.
È difficile intendere un movimento a prescindere da una causa. Solo un atto di fede interrompe la sequenza a ritroso delle cause di fronte allo Spirito di Dio che aleggia sulle acque primordiali.
Senza causa e senza origine come faremo ad orientarci in questo caos della ripetizione nella vertigine della circolarità? Una umanità superiore potrà, forse, un giorno adempiere a tale gravoso compito. Per il momento si procede per atti di fede, motti di spirito e giochi di parole.
Scrive Pascal [1]: “Non posso perdonare a Des Cartes. Avrebbe pur voluto, in tutta la sua filosofia, poter fare a meno di Dio; ma non ha potuto esimersi dal fargli dare un colpetto per mettere in movimento il mondo: dopo di che, non sa che farsi di lui”.
Nella misera ma luccicante teologia del capitale il pascaliano “colpetto” spetta, con buona pace di tutti gli antagonisti, al capitale, al divino motore immobile “K”.
Tutto il resto, nel passaggio da teologia a catechismo, è lasciato al vangelo secondo Monsieur Jean Baptiste Say secondo il quale l’offerta crea la propria domanda.
Cogliere la contraddizione tra ciò che succede “ma veramente” e la teologica dottrina del capitale è uno spreco di energia. I fedeli non sono interessati alla realtà ma ai miracoli a loro copiosamente, quotidianamente dispensati e reclamizzati dalla ampia e collaudata gerarchia ecclesiastica.
Su tutto questo veleggia lo spirito del Dio denaro: possibilità, fondamento e presupposto, del Capitale laddove questo si mostri come pura accumulazione (D, D1).
L’evoluzione della pura ed infinita accumulazione è la storia della evoluzione del denaro da merce a puro spirito. L’accumulazione assoluta non necessita di perimetri né di contenitori. Fort Knox è il vestigio reso inutile e ridotto a parco dei divertimenti dalla forza del puro spirito.
Rarefatto come un’aria pura di alta montagna, astratto e sfuggente come un pensiero nel dormiveglia, quanto veramente vale il denaro? Come lo spirito di Dio anch’esso aleggia sopra il nulla dell’abisso ricoperto dalle tenebre e il tutto del piatto, e tranquillo, universo tolemaico.
Pericoloso è sporgersi oltre i margini della consunta mappa della teologia del capitale. Oltre lo spazio a due dimensioni dei flussi reali e monetari che reciprocamente si alimentano vi è solo l’inferno di uno spazio a più dimensioni in cui la contabilità, formale velo della economia monetaria, non riesce a quadrare, lasciando contemporaneamente intravedere da un lato infinite ricchezze e dall’altro la nullificante profondità dell’abisso.
[1] Blaise Pascal, Pensieri, 1968 Mondadori, n° 51 pagina 18