16/10/2014 – Del denaro, III

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VII

Gli studenti insultano l’economia monetaria ed esaltano il “fatto sociale totale” del dono.  È una analisi semplicistica, probabilmente dettata dalle condivisibili ansie determinate dalla complessità del presente. Non si scappa: senza una riflessione profonda sul denaro si rischia di finire in pasto a ben altri mostri.

VIII

«Se ti dicono bravo tu rispondi grazie; se ti dicono merda tu rispondi mangiala»: in questo popolare insegnamento si estrinseca lo spirito libertario ed egualitario che ha animato alcune generazioni nel dopoguerra.  Come non riconoscere alla base di queste parole il potere liberatorio del denaro. Il denaro rende liberi.

IX

Non è la pratica del dono l’opaca modalità attraverso la quale costringere l’altro? Come non cogliere nel modello della prestazione e della controprestazione instaurato da tale pratica,  il modo del vincolo e della obbligazione? Con l’aggravante – sosterrebbe Pierre Bourdieau [1] – di istituire un “dominio legittimo” che implica sottomissione accettata, se non addirittura amata.

E cosa dire di quanto leggo a pagina a pagina 156 del libro di Marketing [2] tanto amato dagli studenti dove il dono viene classificato come  «nuova arma del vostro arsenale»?.

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X

L’assenza del denaro delinea rapporti del tipo Servo Signore. Ma in che senso il denaro rende liberi? Che tipo di libertà è quella che il denaro ci porge? Il denaro ci ha liberato dal piede che il signore poneva sulla nostra testa. Il denaro ci ha dato la possibilità di alzare lo sguardo da terra e guardare negli occhi chiunque. Il denaro ci ha liberato dall’oppressione agita dal nostro simile: liberté, égalité e già che ci siamo, fraternité.

XI

Marx: «L’operaio ha potuto disporre della sua persona soltanto dopo aver cessato di essere legato alla gleba e di essere servo di un’altra persona o infeudato ad essa».  Questa è la libertà del denaro «e per i nostri storiografi borghesi esiste solo questo lato». Ma dall’altro lato questi “affrancati” diventano «venditori di sé stessi soltanto dopo essere stati spogliati di tutti i loro mezzi di produzione e di tutte le garanzie per la loro esistenza offerte dalle antiche istituzioni feudali» [3].

Processo e “costo” della libertà del denaro: 1) cessare di diventare servo di un’altra persona; 2) perdere mezzi di produzione e garanzie;  3) diventare un affrancato venditore di se stesso sottomesso alla legge della prestazione retribuita.

XII

Il denaro attua uno scambio tra libertà personale e schiavitù impersonale: realizzazione del tipo umano “schiavo senza padrone, padrone senza schiavi.


[1] Pierre Bourdieau, Meditazioni pascaliane, Feltrinelli Editore 1998.

[2] Levinson, Hanley, Guerrilla Marketing, Castelvecchi 2007.

[3] Citazioni dal Capitale corsivi miei.

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