Perché

di Carlo Bassi

Carlo è un amico, è una persona che stimo. Per quello che ha fatto e per le ragioni che lo hanno spinto a farlo. Gli ho chiesto di esporle, queste ragioni. Una dopo l’altra, come si pongono i mattoni quando si intende costruire. E solo chi intende costruire può avere idea, può avere coscienza, del futuro.

Mi chiedi di spiegarti come sono nati BacktoWork, MediciperTutti e il mio impegno in alcune piccole imprese italiane.

La prenderò un po’ da lontano ma, scusami, i motivi e le soluzioni hanno radici lontane e profonde. E sono tutte le stesse che oggi spiegano perché ci troviamo nella situazione in cui ci troviamo.

Ci tengo a dirlo: io non sono un economista, tanto meno un uomo di finanza,  e non sono figlio di…. Non sono nemmeno un uomo degli apparati (Banche, Giornali, Politica, Governo, Associazioni di Impresa e dei Lavoratori, Amministrazione Pubblica, Grande Impresa pubblica e privata) .

Sono un manager, un imprenditore piccolo, un padre di famiglia. Mio padre è arrivato a 45 anni a fare il dirigente nell’azienda in cui lavorava da 25 anni e mia madre è una casalinga che con uno stipendio solo faceva fare una vita tranquilla a tutti noi cinque. Sono un “autodidatta” che, in tempi non sospetti (quando la crisi non c’era e le cause e le analisi sono diventate per i più “ovvie”), si guardava intorno e si faceva e faceva (inascoltato) al suo direttore di banca  (ed anche a qualche banchiere), agli amici giornalisti e ad alcuni amici politici di ogni schieramento,  ai  tanti “grandi”  imprenditori e ” grandi” manager che ho conosciuto, alcune domande da semplice “buon padre di famiglia” .

E le domande di allora erano queste…

Com’è possibile che la nostra economia premi in Borsa le aziende quando annunciano licenziamenti? E se tutti licenziano per aumentare gli utili, crescere in Borsa e dare dividendi stratosferici, poi a chi vendono i propri prodotti quando i lavoratori non avranno più uno stipendio per comprarseli? Com’è possibile che, guardando la skyline di Milano, si vedono  centinaia e centinaia di gru, solo gru, che costruiscono tanti palazzi e case? Ma chi le compra case da 4/5/6 mila euro al mq? Quanti siamo per avere bisogno di tante case, sempre più case, i cui prezzi  si gonfiano, e con essi gli affitti, i mutui, le percentuali delle agenzie? Com’è possibile che si riempiano  le pagine dei giornali  di articoli che gridano allo scandalo se i tassi dei mutui passano (passavano) ad es. dal 4 al 4,5%, che vuole dire in media 50 euro in più al mese per la rata necessaria a comprare la nostra casa, ma nessuno di noi  si lamentava se le tariffe dei cellulari e il prezzo delle assicurazioni, che ci pesavano per centinaia di euro al mese,  lievitavano di anno in anno e non interrompevano la nostra corsa ad avere tre cellulari per  famiglia  e due , tre auto? Se l’ultimo modello di pc, o l’ ultimo modello della Golf venivano presentati un anno dopo che avevo appena comprato l’ultimo pc mega potente o l’ultima Golf euro non so che cosa, che ora non aveva i fari belli come quella presentata adesso su Quattroruote?

Com’è possibile che le Banche concedessero mutui a tutti, ma proprio a tutti, per prime, seconde e terze case ai figli e gli stipendi erano sempre gli stessi? O i leasing per migliaia e migliaia di barche del valore di centinaia e centinaia di migliaia di euro vendute agli stessi dei mutui per le case che con gli stessi stipendi poi dovevano  pagare posti barca e rimessaggi  che intanto valevano più dell’ affitto del proprio appartamento?

Com’ è possibile che la maggior parte dei bar e dei ristoranti d’ Italia, centinaia di migliaia, ogni giorno per 40 anni, hanno evitato di darci lo scontrino – chiedendoci  se potevano evitare di darcelo – e a nessuno di noi sia venuto in mente che centinaia di migliaia di scontrini del caffè non emessi ogni giorno, per 365 giorni all’ anno,  per 40 anni sono una cifra più alta di ciò che adesso ci rimettiamo tra Iva, Irpef, Tarsu, Imu, etc, etc.?

Senza neanche aver avuto il vantaggio che quel caffèo quella pizza ci venisse almeno scontata visto lo sguardo di complicità del barista e del pizzaiolo.

Com’è possibile che quando ho chiesto al tassista di Milano se era vero e perché la tariffa, per lo stesso percorso che facevo da anni, solo dieci giorni dopo l’ entrata dell’ euro fosse passata da 12.000 lire a 12 euro, mi ha risposto con semplicità e un sorriso aperto e soddisfatto che «Sì era vero…» e non ha pensato che contemporaneamente la stessa cosa aveva fatto il barista  dove si fermava a bere  il caffè, il panettiere per il pane e la pasta, il negoziante per le scarpe e i vestiti, la scuola per la retta dei figli, la pizzeria dove portava la famiglia, la benzina,  l’assicurazione, il treno, la metropolitana e così via elencando all’infinito, e che perciò alla fine del giro la sua furbizia non gli aveva garantito alcun guadagno, anzi ora vive meno bene di prima.

Com’ è possibile che l’ imprenditore, che aveva messo su con fatica e con la sola scuola media la piccola azienda che oggi gli dava soldi e sicurezza – perché bravi come i nostri imprenditori non ce ne sono al mondo – non pensava che i propri figli dovessero studiare; che forse, invece di comprare case e case ed intestarsi il capannone,  forse, sarebbe stato meglio reinvestire almeno una parte dei guadagni nelle propria impresa: in nuovi macchinari; sistemi e professionisti con esperienza. Ed è lo stesso che oggi chiede i soldi alla Banca che non glieli  dà  perché preferisce speculare con i Bot e i Cct;  considera i suoi immobili una garanzia insufficiente, ma soprattutto perché la banca non pensa che sia più lui a poter garantire che l’azienda cresca all’ estero  o esca  dalla  crisi.

Com’era possibile che tutti ma proprio tutti, operai, impiegati, dirigenti pensassimo alla settimana a Sharm o alle Maldive come un diritto da sommarsi al mese pieno di vacanze estive, ai tanti ponti, ai 45 giorni e oltre già di ferie e feste. Con i sindacati che se avessero potuto, pur di garantirsi qualche altro migliaio di iscrizioni, avrebbero fatto la settimana corta e poi cortissima, tanto paga lo Stato, l’ Inps, la Cassa integrazione.

Com’è possibile che tutti pensassimo di poter continuare a metter via risparmi in Bot, Cct, obbligazioni e fondi che le Banche ci offrivano come caramelle o in case (prime, seconde, terze) senza mai immaginare che già allora la pensione, i servizi sanitari, i trasporti ma soprattutto il lavoro, il lavoro garantito per tutti , non poteva essere più garantito da altri: lo Stato; gli imprenditori, la finanza, la Tv con i suoi premi e i giornali gonfi di pubblicità?

Poi è arrivata la crisi. Una crisi nera ed ho smesso di pormi e porre domande per altro allora tutte rimaste senza risposte.

Ed ho pensato che se volevo garantirmi un lavoro, e garantirlo ai miei figli, dovevo investire del mio. Investire per costruirmi un lavoro. Togliere i soldi alle Banche e metterli in piccole imprese e investire nel lavoro, nel prodotto, nelle capacità mie e degli altri. E mettere insieme al denaro tutte le mie competenze, trent’ anni di esperienza, le mie relazioni e soprattutto la certezza che avrei dovuto ogni giorno essere capace di costruirmi il futuro.

E così ho dato nuova vita a piccole imprese, ho creato qualche posto di lavoro. Ho dato una opportunità ai miei figli.

E così ho dato vita a BacktoWork (www.backtowork.it), che è la sintesi ed una risposta concreta a tutto  ciò. E soprattutto pretende di rimettere al centro il lavoro, l’investimento sul lavoro, il merito e il risparmio privato messo a disposizione delle imprese  e del lavoro.

Poi ho pensato che è inutile illudersi che nel futuro si possa godere tutti indistintamente del servizio sanitario “gratis” o a basso costo. Indifferentemente, che tu sia un disoccupato, un dirigente o un imprenditore . Anzi ho pensato che non fosse giusto. E che i servizi di base alla persona debbano essere garantiti a tutta la comunità secondo  principi di sussidiarietà’ e livelli di reddito. Chi guadagna di più paga di più.

E che da questo potesse nascere anche un modello di nuova “impresa privata sociale”: E cosiì  ho dato vita a MediciperTutti ( www.medicipertutti.it)

E poi ho pensato che forse valeva la pena riproporre all’estero il genio, lo stile, l’unicità dei nostri prodotti e delle nostre imprese. Con una semplice formula nuova: conservare i “geni” che sanno progettare e costruire come nessuno al mondo e metter loro vicino chi sa gestire e sviluppare le aziende. Dimostrando che anche se piccole le nostre imprese possono essere leader nei propri mercati e andare nel mondo per crescere e dare soddisfazioni a chi ci investe e a chi ci lavora.

E così abbiamo fatto società con Umberto Borile per produrre moto italiane (anche con una partnership tecnica con Ducati) che interessano gli appassionati dagli Stati Uniti al Giappone. Ho preso Sciallino che per 50 anni aveva fatto barche uniche.  Nel 2008 è stata travolta dallo scoppio della bolla che per 20 anni ha fatto vendere in Italia a qualsiasi prezzo, barche fatte da tutti a tutti. Ora, ricominciando da capo, è uno dei pochi cantieri italiani che sta dimostrando di poter andare in Cina, negli Emirati e negli Stati Uniti.

Mi sono affiancato a chi sa fare abiti da uomo secondo una tradizione unica ed abbiamo dato vita alla Sartoria Acquadimare; ho rilevato lo storico Centro Medico Ambrosiano dove la reputazione, la qualità dei servizi e delle prestazioni mediche sono sempre state un principio ed ora sono, alle stesse condizioni di qualità e professionalità, disponibili per molte più persone.

E così, mettendo tutto insieme, sto dando vita ad una piccola Holding che lavori per tutte le mie attività e possa offrire servizi e prodotti anche a terzi.

Pensando che la qualità non debba essere un lusso e non vada confusa e venduta con  il lusso e la moda, che han fatto perdere e fanno perdere  a tutti noi il senso del valore delle cose.

La qualità dev’ essere la vera ragione del nostro lavoro e della possibilità di fare impresa: lavorare per la qualità richiede capacità (quindi merito) e offre alle aziende italiane l’ ultima possibilità di salvarsi.

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